#Coronavirus Acer: a Bologna esplode l’emergenza casa

Immobile Acer in via Zampieri foto ilrestodelcarlino.it

Come avevamo ampiamente previsto, fin dal 31 gennaio 2020, quando venne dichiarato dal governo lo Stato di Emergenza Coronavirus, lanciammo l’allarme, perché consci del fatto che la nostra economia, indebolita dai governi degli ultimi 12 anni, sarebbe collassata. Da subito spiegammo che il governo, ma anche molti lavoratori privilegiati, ignoravano quali fossero le fragilità del nostro paese. Per questo motivo, fin dall’inizio della pandemia denunciamo che di pari passo all’emergenza sanitaria si sarebbe verificata una catastrofe per la maggioranza dei lavoratori del settore privato e quelli autonomi, perché meno garantiti. Ora, oltre all’allarme lanciato dalle organizzazioni benefiche bolognesi, prese d’assalto da cittadini affamati e rimasti senza soldi, la nuova emergenza colpirà il bene della casa residenziale.

Se il mercato immobiliare, sia commerciale che residenziale privato è già al collasso, come denunciato da Nomisma nel mese di aprile, quello delle case popolari presto affronterà un evento catastrofico. Il grido d’allarme è stato lanciato da Alessandro Alberani, presidente di Acer Bologna, il quale ha evidenziato che se a marzo si è registrato un calo nel pagamento degli affitti del 20% per cento, ora si guarda con timore ai versamenti attesi per il mese di aprile. Per farsi un’idea della portata di questa emergenza, si consideri che gli affitti delle case popolari, raggiungono un importo massimo pari al 33% dell’importo pagato nel mercato privato. Altresì, per l’inquilino che dimostri basse entrate economiche, ad esempio i pensionati con la minima, la pigione costa circa un 90% in meno, rispetto a un affitto nel mercato privato.

Nella sua analisi, il presidente Alberani ha previsto che in seguito al crollo dei redditi provocato dalla pandemia, vi sarà un’impennata di richieste d’accesso alle case popolari. Il dirigente dell’Acer, presa coscienza dell’emergenza incombente, ha portato la questione all’attenzione del sindaco di Bologna Virginio Merola e della vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein. Al contempo, Alessandro Alberani ha disposto che l’Acer rinvii a giugno la presentazione delle dichiarazioni Isee da parte dei locatari. Questa misura servirà a “…monitorare meglio e in modo aggiornato la situazione”, considerato il fatto che il reddito dei cittadini “si abbasserà molto…”.

Vista l’assoluta mancanza di sostegno ai redditi da parte del governo, Alberani si è appellato alla Regione, affinché l’ente trovi le risorse necessarie da investire nelle case popolari “…perché sempre più persone si sposteranno sul nostro bacino”. Mentre il Comune e la Regione sono impegnati a reperire il denaro necessario per affrontare l’emergenza, Acer si è già messa al lavoro per fronteggiare la prima ondata della crisi: “La scorsa settimana è ripresa la consegna delle chiavi degli alloggi già ripristinati in precedenza, mentre da questa settimana riapriamo i cantieri per i nuovi interventi di ristrutturazione…”.

Oltre al lavoro in sicurezza nei cantieri edili, Acer ha già predisposto un protocollo sanitario specifico per accogliere l’ondata di nuove richieste. Negli uffici di Piazza della Resistenza 4, si accederà solo su appuntamento, i locali saranno costantemente sanificati e muniti di 11 postazioni protette da divisori in plexiglass. Non solo gli operatori indosseranno guanti e mascherine, ma anche utenti e visitatori dovranno premunirsi degli stessi dispositivi.

A fronte dell’assoluta distanza del Governo Centrale e dell’Unione Europea, il ruolo della Regione, del Comune e degli enti di prossimità, durante l’emergenza covid19 si è dimostrato fondamentale. Accanto alle istituzioni locali, non va sottovalutato l’apporto indispensabile di  CaritasBanco Alimentare, mense gratuite e il Fondo san Petronio, una fondamentale organizzazione istituita recentemente.

Ed è grazie a queste associazioni caritatevoli e ai loro volontari, che tanti bolognesi hanno potuto reperire cibo e aiuti economici durante tutta la fase 1 della pandemia e potranno farlo anche nei mesi a venire.

 

Luciano Bonazzi

Fonte: difesapopolo.it