#Coronavirus #EmergenzaFame #Bologna Migliaia di cittadini senza più soldi per mangiare attendono i buoni spesa del Governo

Papà, papà, perché siamo poveri? Io ho fame d.c. Oliviero Toscani dona a alberodellavita.org

Dopo l’annuncio dell’esecutivo del finanziamento di buoni spesa per i cittadini rimasti senza cibo, i centralini dei servizi sociali delle città italiane sono stati presi d’assalto. In poche ore le richieste raccolte sono giunte a 20mila, ma i fondi destinati dal governo potranno esaudirne circa 12mila. A Genova, Brescia, Bergamo, Firenze e Bologna probabilmente sarà soddisfatto solo un terzo delle richieste.

Nel Lazio, i cittadini non hanno potuto inviare le richieste per via di un corto circuito tra Governo e Regione, causato dall’errato accredito dei fondi sul conto corrente del Comune di Roma. Ma se il centro nord ha fame, è lecito attendersi uno tsunami, quando a partire da Bari, Napoli, Palermo e tutto il centro sud si aprirà il vaso di pandora dell’emergenza fame.

Comune di Ardea (Roma) il punto raccolta delle domande dei Buoni Spesa governativi foto agrweb.it

Qualche giorno fa, tra i tanti proclami governativi di aiuti economici, annunci che non hanno mai trovato riscontro sulla Gazzetta Ufficiale, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciò lo stanziamento di 400 milioni di euro per 56 milioni di italiani. Su base matematica tale cifra equivarebbe a 7,14 € una tantum pro-capite. Dal totale degli italiani saranno sottratti i 3,5 milioni di dipendenti pubblici che grazie allo stipendio garantito, la fame, per ora non sanno cosa sia. Vanno altresì sottratti 1,4 milioni di persone benestanti e 400mila milionari: quindi la platea scenderà a 50,7 milioni di cittadini.

Tanto pè cantà: “Pe’ fa` la vita meno amara me so’ comprato ‘sta chitara e quanno er sole scenne e more me sento ‘n core cantatore”. cit Nino Manfredi foto huffingtonpost.it

Bisogna poi considerare quei 17.127 cittadini, in maggioranza anziani, che sono deceduti, questa per l’INPS e il ministro dell’economia, il neoliberista Roberto Gualtieri, rappresenta un’ottima spending revue. In ogni caso, si tratta di un numero congruo da sottrarre al totale, per determinare l’importo finale da destinare agli aiuti per l’emergenza fame. Quindi, ricalcolando il nuovo numero di utenti, resta una platea di 50.682.873 di persone, la cifra una tantum pro-capite sale a 7,89 € in buoni spesa.

Ovviamente altri numeri potranno essere sottratti grazie al fatto che, ad esempio in Emilia Romagna, si adotteranno alcuni criteri specifici. I buoni non saranno assegnati a chi possiede 10.000 € di depositi bancari o postali e che nell’ultimo mese abbia guadagnato più di 750 €. Ciò servirà a ridurre la platea, ma sarebbe interessante comprendere come il Comune di Bologna valuterà chi percepisce redditi da lavoro nero, spaccio di droga e prostituzione: un bel mistero!

Luciano Bonazzi

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