#Coronavirus #EmergenzaFame Cassintegrato mangia grazie alla Caritas

“Come vivo con 180 euro di cassa integrazione?” è questa la domanda che si pone il trentaduenne Stefano Fiorini, che vive a Poggio Renatico e lavora come porta-pizze nel Bolognese: “La cassa integrazione di aprile e maggio non è arrivata. Mangio grazie alla Caritas”.

Stefano è solo uno dei tanti nuovi poveri abbandonati a se stessi dal governo durante e dopo l’epidemia da Covid19. Cittadini per i quali oggi la vera emergenza non è sanitaria ma economica e sociale. Riferendosi alle sue prospettive di giovane uomo ha raccontato: “Prima ero in procinto di stipulare un mutuo per l’acquisto della casa. Dopo? Dopo mi ha salvato la Caritas, con dei pacchi di pasta”.

Stefano era e formalmente è ancora dipendente di una pizzeria con un contratto a tempo indeterminato, quindi in grado di fare progetti per il futuro. Grazie al suo contratto, presto sarebbe stato in grado di fare sacrifici economici, come quello di stipulare un mutuo per la casa. Poi con la chiusura della pizzeria a causa del lockdown si è ritrovato in cassa integrazione, un ammortizzatore sociale, che nonostante, come tanti italiani, avesse pagato regolarmente le tasse, non arriva.

Questo è il colpo di grazia che un governo inadempiente ha assestato a questo ragazzo e ai tanti italiani ai quali la crisi economica ha tolto il futuro. Si consideri che nonostante i telegiornali ripetano il mantra di poche migliaia di lavoratori che hanno ancora ricevuto l’indennità, da un documento interno all’INPS è emerso che almeno un milione di lavoratori non hanno visto un soldo.

Riguardo alle difficoltà di Stefano, quando ha finito i suoi risparmi, ritrovatosi senza un soldo, si è rivolto ai servizi sociali che lo hanno indirizzato alla Caritas: “Mi hanno dato un pacco alimentare, ed è stato un aiuto”. Risolto il problema fame, uno dei problemi che sorge ora, è quello del mancato pagamento dell’assicurazione per l’auto, indispensabile se e quando, tornerà a lavorare. E così, mentre attende ancora la cassa integrazione, oltre alla Caritas, il giovane ringrazia il suo datore di lavoro che non lo ha abbandonato nonostante fosse anch’egli in difficoltà.

Luciano Bonazzi

Fonti: 247.libero.it oltre ai link a supporto inseriti nel testo