#Covid #Emergenza Lavoro: nel 2020 si perderanno un milione di posti

Secondo una ricerca recente, quest’anno saranno circa un milione i posti di lavoro persi, in gran parte nelle piccole e medie imprese. foto cio.com

Il dato emerso, risulta ancor più allarmante, perché avviene nonostante il blocco dei licenziamenti. I posti di lavoro travolti dalla crisi, rappresentano il 10% degli occupati in queste imprese. A far emergere questo dato è l’indagine lanciata dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro (Cno) presentata al Festival del lavoro. Presentando i risultati della ricerca intitolata “Crisi, emergenza sanitaria e lavoro nelle pmi”, la presidente del Cno Marina Calderone, ha dichiarato: “Il quadro che abbiamo non è certo confortante: più ci saranno chiusure e limitazioni per le attività commerciali e più si amplierà quel senso di incertezza che caratterizza il mondo del lavoro, soprattutto autonomo. Abbiamo perso più di 200 mila lavoratori autonomi, di cui un terzo almeno appartenente alle professioni intellettuali, il vero punto di riferimento della piccola media impresa. I prossimi mesi ci vedranno nuovamente impegnati con la gestione degli ammortizzatori sociali, speriamo davvero che questa volta si accettata la nostra proposta di semplificazione degli ammortizzatori».

Guardando nel dettaglio l’indagine, emerge che le piccole imprese, pur avendo applicato tutti i protocolli covid, non sono totalmente in grado di gestire l’emergenza sanitaria, sia riguardo alle ristrutturazioni necessarie, ma soprattutto nell’accesso alla cassa integrazione. Nel corso del Festival sono stati presentati anche dati positivi, relativamente ai tirocini professionali: “Nel 2019 si conferma il trend, a livello europeo, che vede il tirocinio come lo strumento privilegiato per l’accesso dei giovani al mercato del lavoro”. L’indagine ha evidenziato che in Italia i tirocini lavorativi [finanziati da enti spesso pubblici ndr] sono passati dai 195.698 del 2013 ai 344.853 del 2019.

I tirocini hanno vivacizzato il mercato del lavoro garantendo inserimenti occupazionali al 65,7% nel settore industriale, al 63,8% nei settori istruzione e sanità privata. Importanti gli inserimenti nel commercio con un 61,8% e nei servizi quali: attività finanziarie, comunicazioni, trasporti… etc., con una crescita del 62,6%.

 

Luciano Bonazzi

Fonte: consulentidellavoro.it