#Covid #EmergenzaFame Istat: l’aumento della povertà è esponenziale

Le famiglie numerose sopravvivono grazie ai pensionati. I single sono l’unica categoria non a rischio. In miseria 5,6 milioni di persone, tra questi 1 milione e 346mila bambini. immagine Geralt-pixabay

Il balzo in avanti della povertà rilevato dall’Istat nell’anno del Covid, fa arretrare l’Italia alla situazione del 2005. In pratica, il 10 per cento dei cittadini italiani è in grave difficoltà economica, mentre i nuovi poveri aumentano di un altro milione. Le famiglie in stato di profonda miseria, nel 2020 salgono di 335mila unità. In generale l’incidenza della povertà assoluta cresce soprattutto nei nuclei familiari monoreddito, cioè con entrate da lavoro operaio o micro imprenditoriale.

Queste ultime sono oltre 955mila famiglie, con un aumento di 227mila nuclei rispetto al periodo pre-Covid. Tuttavia, anche nell’anno della pandemia, la presenza di anziani ultra sessantacinquenni in famiglia, se titolari di una pensione, rappresentano per essa la sopravvivenza. Mentre le donne nubili e gli scapoli sono la categoria meno esposta al rischio della povertà, al contrario delle famiglie, soprattutto quelle numerose.

Dopo i miglioramenti registrati nel 2019, grazie anche ad ammortizzatori sociali come pensione e reddito di cittadinanza, oggi, in quanto a difficoltà il Nord batte il Sud del paese. Tuttavia, se il Nord è in grave affanno, il Sud resta comunque il più svantaggiato. Peggiorano le condizioni delle famiglie mono genitoriali e quelle con uno o due figli. I minori in povertà assoluta, salgono di oltre il 2%, passando dall’11,4% al 13,6% pari a 209mila bambini svantaggiati in più. In Italia, i bambini e ragazzi poveri in povertà assoluta attualmente sono 1 milione e 346mila.

Luciano Bonazzi

Fonte: istat.it