Le preoccupanti incognite della tecnologia 5G – VIDEO

L’aumento esponenziale delle radiazioni elettromagnetiche del 5G modificherà l’habitat naturale, mettendo a rischio la salute degli esseri viventi. Immagine @smartcitiesworld.net

5G dallo spazio

Nel 2018, la Federal Communications Commission (FCC) degli Stati Uniti ha autorizzato la società spaziale SpaceX, di proprietà dell’imprenditore Elon Musk, a lanciare una flotta di 7.518 satelliti per completare l’ambizioso progetto a banda larga, in grado di coprire ogni punto della Terra.

Parte dei satelliti dedicati, opereranno a un’altezza di oltre 200 miglia su alte frequenze comprese tra i 37,5 e i 42 GHz e saranno integrati da altri 4.425, che orbiteranno intorno al pianeta a circa 750 miglia, irradiando frequenze tra 12 e i 30 GHz: complessivamente, l’infrastruttura SpaceX, sarà composta da 12.000 satelliti.

Dunque la nuova flotta lanciata da SpaceX incrementerà esponenzialmente il numero dei satelliti orbitali, aumentando enormemente la quantità di radiazioni dirette alla Terra. Al momento, i satelliti completamente funzionanti sono duemila e forniscono servizi GPS (Sistema di posizionamento globale), televisivi, telefonici, meteorologici e di sorveglianza militare.

Immagine asia.nikkei.com

Non c’è solo la flotta SpaceX

Oltre alla società di Elon Musk, ce ne sono ovviamente altre, seppur non potenti quanto la SpaceX, pronte a lanciare satelliti operativi nel 5G. Attualmente, Boeing, One Web e Spire Global, detengono flotte satellitari di dimensioni più piccole, che faranno salire il numero totale di nuovi satelliti dedicati alla banda larga a circa 20.000.

Tutto ciò porterà a creare le condizioni adatte a incrementare la presenza sempre maggiore di sistemi d’intelligenza artificiale. Questo nuovo tipo di sviluppo, andrà a sottrarre al controllo dell’uomo la maggioranza degli ambiti produttivi e militari. Nei fatti, il 5G è un progetto globale che modificherà totalmente l’habitat elettromagnetico del pianeta, attraverso questa nuova rete di quinta generazione.

Nei circoli tecnologici, si parla della tecnologia 5G come la creazione di un nuovo “ecosistema elettronico” globale. Si tratta quindi di una rivoluzione geo-ingegneristica su scala globale, mai pensata o tentata nel corso della storia umana. Un progetto reclamizzato come migliorativo della qualità del video-streaming mediatico d’intrattenimento, ma che in realtà darà vita a un sistema di controllo mondialista e che attraverso l’intelligenza artificiale pervaderà le nostre vite.

L’introduzione della nuova banda larga, richiederà una miriade di nuovi mini ripetitori nei centri urbani, grandi e piccoli del pianeta. Sarà un’immensa rete di diffusione di radiazioni, con livelli di potenza molto più alti di quelli ai quali siamo oggi sottoposti. Questi nuovi ripetitori saranno molto più piccoli di quelli attualmente installati sugli edifici. I 20.000 satelliti garantiranno inoltre la copertura delle aree remote del pianeta, laddove non è possibile installare ripetitori: grazie al wireless di quinta generazione, nessun luogo della Terra sarà privo di radiazioni.

Data l’importanza e la portata del progetto, è sorprendente che le persone non siano consapevoli di ciò sta iniziando ad accadere al nostro mondo. Quasi nessuno è al corrente dei 20.000 nuovi satelliti che trasformeranno la Terra in un cosiddetto “pianeta intelligente”. I media streaming, che ne parlano poco, non mettono in discussione l’eticità di questo programma di geo-ingegneria elettromagnetica globale, fuori dal controllo dell’umanità.

Davvero tutti noi, animali compresi, vogliamo essere sottoposti a un’esposizione a radiazioni così massiccia?

 

Centinaia di uccelli sono caduti dal cielo durante il test 5G nei Paesi Bassi

Abbiamo visto che se ne parla poco, le Nazioni Unite ne hanno discusso senza emettere risoluzioni, ne lanciando messaggi di cautela. Nelle nostre società, c’è un’accettazione silente, come se l’indispensabilità dei nostri smart phone, tablet e PC, che oggi sono nostre estensioni, ci rendesse incapaci di porci il problema.

Al momento, smartphone, tablet, la maggior parte del WiFi etc., funzionano a circa 3 GHz, se misurassimo le loro lunghezze d’onda, scopriremo che sono lunghe alcuni centimetri. Uno smartphone che opera nella banda di 800 MHz, invia e riceve segnali a lunghezze d’onda di 37,5 centimetri mentre il Wi Fi, che utilizza quella di 2,4 GHz ha onde lunghe 12 centimetri.

L’introduzione del 5G comporterà l’uso di frequenze molto più alte, ma con lunghezze d’onda più corte, oltre i 30 GHz, le onde sono lunghe di pochi millimetri. Fino ad oggi, le radiazioni elettromagnetiche ad altissima frequenza sono state propagate solo sperimentalmente. L’introduzione globale del 5G andrà a segnare un cambiamento significativo nel tipo di radiazioni che saranno immesse nell’ambiente.

Uno dei problemi tecnici dell’uso delle frequenze nella regione millimetrica dello spettro è che c’è una minor capacità di attraversamento delle barriere fisiche, rispetto alle onde lunghe a bassa frequenza. Per questa ragione sarà necessario disporre di tanti mini-ripetitori WiFi: uno ogni 100 metri nelle città.  Scientificamente, dopo tale distanza il segnale s’indebolisce, tanto da non riuscire a penetrare negli edifici. Per supplire al problema i mini-ripetitori utilizzeranno potenze più elevate rispetto agli attuali ripetitori, per garantire la penetrazione del segnale.

Ogni singolo ricetrasmettitore 5G avrà un gran numero di minuscole antenne, che raggruppate formeranno un’unità. Un migliaio di tali antenne, misureranno circa 26 cm e saranno inserite sui lampioni stradali, lo smartphone 5G ne avrà invece sedici. Con un’irradiazione così capillare e potente, ogni essere vivente sarà attraversato da radiazioni concentrate.

 

Gli insetti sono vulnerabili alle onde millimetriche ad alta frequenza 5G.
ill. earthhavenlearning.ca

Uno studio pubblicato quest’anno, ha dimostrato che alcuni insetti, a causa delle dimensioni, sono vulnerabili alle onde millimetriche ad alta frequenza 5G. Altri studi hanno dimostrato che anche i batteri, le piante sono vulnerabili, così come la pelle e gli occhi di esseri umani e animali. La capacità di concentrare la potenza in fasci focalizzati della tecnologia “Phased Array” è altresì dannosa, perché le radiazioni non decadono attraversando i tessuti viventi, ma vengono re-irradiate all’interno del corpo umano, quindi animale.

Questa re-irradiazione elettromagnetica, permette una penetrazione in profondità negli organismi viventi. Queste genere di radiazioni sono conosciute come precursori di Brillouin, dal nome del fisico francese Leon Brillouin, che le descrisse per la prima volta nel 1914. La ricerca suggerisce il loro impatto dannoso sulle cellule viventi.

Le rassicurazioni poco rassicuranti del governo e dell’industria

Molti governi coinvolti nella tecnologia 5G, invece di preoccuparsi per la salute pubblica, dichiarano che non ci sono prove convincenti che le radiazioni elettromagnetiche siano nocive per la salute. In tema di passaggio alle frequenze più alte, praticamente hanno dato carta bianca all’industria delle telecomunicazioni, senza badare alle conseguenze.

La decisione che il 5G non sia dannoso, è stata presa dall’AGNIR (Gruppo consultivo sulle radiazioni non ionizzanti), un organismo apparentemente indipendente, che giunse a questa conclusione nel 2012. Oggi, si scopre che lungi dall’essere indipendenti, molti membri dell’AGNIR hanno palesi conflitti di interessi e che il loro rapporto distorce la realtà. In un’analisi forense la ricercatrice di salute ambientale Sarah Starkey, dichiara che il Gruppo, esprime una volontaria ignoranza sulle prove scientifiche, il rapporto dimostra incompetenza e contraddizioni.

L’atteggiamento infingardo degli stati nazione rispetto al 5G, nasce dalla convinzione che, se questa tecnologia non venisse introdotta immediatamente, “resteranno indietro”: dunque crescita economica e competitività saranno messe a rischio.

Interessi economici in ballo

I numeri economici del 5G sono sbalorditivi, in una stima recente si calcola che la sola industria mediatica mondiale guadagnerà 1,3 trilioni [miliardi di miliardi] di dollari entro il 2025. La prospettiva di tali stratosferici profitti, è sufficiente a spiegare perché l’industria delle telecomunicazioni ha fatto tutto il possibile, perché fossero nascosti i danni della banda larga sulla salute. Da venticinque anni, a partire dal 1993, l’industria delle telecomunicazioni ha finanziato direttamente un gran numero di studi, sostenendo che così facendo i governi avrebbero risparmiato sulle spese di ricerca.

All’inizio di quest’anno, The Guardian ha scritto che il 67% degli studi indipendenti ha rilevato il rischio biologico dell’esposizione alle radiazioni della tecnologia 5G. Per contro, negli studi finanziati dall’industria, il 72% dei test esclude effetti nocivi sulla salute. Apparentemente, l’industria delle telecomunicazioni non sembra interessata a far prevalere le proprie tesi, ma temporeggia utilizzando le sue ricerche rimandando ogni discussione, al dopo installazione dei ripetitori.

Nei fatti, potremo avere informazioni dirette e precise, quando ne avremo sperimentato gli effetti in prima persona: nel frattempo incrociamo le dita.

Luciano Bonazzi

Fonti: GLOBAL RESEARCH NEWSIl Manifesto Sardo oltre ai link esterni inseriti nell’articolo.

Leggi anche l’articolo completo in inglese del Ph.D. dr. Jeremy Naydler – QUI