Rino Gaetano è vivo! – Video

Chi ha vissuto gli anni ’70, ricorda un’epoca di assoluto impegno politico e sociale. Manifestazioni, assemblee e dibattiti, erano accompagnate dai formidabili testi di artisti come Bertoli, Finardi, Guccini, Venditti e tanti altri cantautori impegnati a cantar di rivoluzione. Nel 1978, la canzone Gianna del semisconosciuto Rino Gaetano, entrò nelle classifiche nazionali. Il testo descriveva un personaggio femminile demenziale che “non perdeva neanche un minuto, per fare l’amore” e passando a parlare di sesso, concludeva così: “Dove sei, dove stai? Fatti sempre i fatti tuoi!”. Col physique du rôle da direttore del circo e una tuba donatagli da Renato Zero, di primo acchito non convinse. I testi di Gaetano apparivano demenziali e sembrava esprimersi con slogan gridati… poi ci ricredemmo, il messaggio c’era, andava solo letto tra le righe.

L’artista nacque a Crotone il 29 ottobre del 1950, il nome Rino è l’abbreviativo del vezzeggiativo di Salvatore, usato dalla sorella. Nel 1960 la sua famiglia trovò lavoro a Roma e Gaetano venne mandato a studiare in Seminario a Narni. Non fu tanto perché volevano si facesse prete, ma siccome entrambi i genitori lavoravano, volevano dargli una buona istruzione ed evitare che Rino crescesse in strada. Rientrato a Roma nel 1968 si appassionò ai Gufi, gruppo cabarettistico milanese al quale apparteneva anche il jazzista Lino Patruno, crotonese come Gaetano. L’anno successivo Gaetano iniziò a frequentare il Folkstudio di Trastevere, nel quale faceva cabaret con Venditti e recitava opere di Majakovskij, Beckett e Carmelo Bene.

Gli esordi furono difficili, il primo 45 giri uscì nel ’72 e nel ’73 Antonello Venditti gli produsse I Love You Maryanna con l’etichetta RosVeMon. Il primo LP Ingresso libero del ’74 venne notato da Arbore e Boncompagni, che proposero sue canzoni nella trasmissione Alto Gradimento. Nel ’76, col disco Mio fratello è figlio unico, Gaetano affronta i temi della solitudine e dell’emarginazione, l’album Aida del ’77, allude allo Scandalo Lockheed, un episodio di corruzione degli anni ’70, che coinvolgeva un’alta carica dello stato, dal nome in codice Antelope Cobbler.

Rino Gaetano – Aida

Questa scalata mozzafiato, nel 1978 lo portò a partecipare al Festival di Sanremo. Gaetano venne costretto a farlo dai discografici, che gli impedirono di portare Nuntereggae Più, preferendo la meno impegnata Gianna. Pur controvoglia il cantautore partecipò alla kermesse, arrivò terzo e raggiunse finalmente la fama. Quel successo consacrerà Rino, ma questi era scontento e molti suoi fan storici lo accusarono di essersi venduto. Nella biografia Ma il cielo è sempre più blu: pensieri, racconti e canzoni inedite, l’artista scriverà: «Sanremo non significa niente e non a caso ho partecipato con Gianna che non significa niente».

Dopo Sanremo Gaetano divenne polemico, nella tappa di Rieti del Discoestate, obbligato a cantare in playback, invece di muovere le labbra, durante l’esecuzione fumò una sigaretta. Nel ’79, in un concerto a Capocotta, dichiarò: «C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! …capiranno che cosa voglio dire questa sera! …cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta[?]». L’allusione riguardava la giovane Wilma Montesi trovata morta in quel luogo, un delitto probabilmente insabbiato, che forse coinvolgeva personaggi potenti: con le tecniche attuali sarebbe interessante riaprire quel caso.

Rino Gaetano era un ragazzo introverso che, secondo alcuni era a conoscenza di verità scomode. Nel 1979, un fuoristrada lo aveva speronato e miracolosamente il cantautore ne era uscito illeso. Un paio d’anni dopo, il 2 giugno 1981, mentre Gaetano rientrava in auto da una serata, sulla via Nomentana sbandò andando a schiantarsi contro un camion. La sua morte a soli trent’anni innescò da subito sospetti e l’autopsia rivelò che prima dell’impatto, Rino aveva avuto un malore alla guida. Nel saggio Rino Gaetano, la tragica scomparsa di un eroe, l’autore Bruno Mautone sostiene che l’artista sia stato ucciso dalla massoneria deviata e lo scrittore Carlo Lucarelli si è occupato del cantautore in un programma radiofonico dedicato ai delitti irrisolti.

Non vi è nulla di strano nel dimenticare che Rino Gaetano è morto, poiché il cantautore è stato prolifico e i suoi pezzi vanno puntualmente in onda. Le sue canzoni sono oggi sigle di programmi televisivi e colonne sonore di film. La canzone Ma il cielo è sempre più blu, accompagna la Nazionale italiana di Rugby nel Torneo VI Nazioni e al cantautore è intitolato il Premio Rino Gaetano, nato per lanciare giovani voci: ebbene, a decenni dalla scomparsa Rino è più vivo che mai!

Luciano Bonazzi

Questo stesso articolo è uscito in settembre sul periodico bolognese Piazza Grande, ovviamente nella versione cartacea era privo dei contributi video da YouTube.

Fonti: https://www.ondarock.it/italia/rinogaetano.htm e https://www.panorama.it/musica/rino-gaetano-perche-lo-cantano-ancora-tutti/ – foto tratta da Pinterest https://www.pinterest.it/pin/619104280001052312/