Rupe Maschile di Open, un baluardo per chi affronta la dipendenza

Rupe Maschile di Open, un baluardo per chi affronta la dipendenza

Ne parliamo con l’educatrice Giulia Spiga

di Luciano Bonazzi

Alcuni giorni fa ci siamo occupati della Comunità per dipendenze Rupe Maschile di Open Group e per conoscere meglio questa realtà abbiamo raggiunto telefonicamente l’educatrice Giulia Spiga, che ci ha raccontato come funziona il centro. Indubbiamente, il territorio del Sasso Marconi è ricco di punti suggestioni, ma sopra a tutte prevalgono la Rupe e Villa Griffone. Dalla rupe, un baluardo di pietra arenaria risalente all’epoca geologica del Pliocene detta anche il sasso e dalla villa che fu dimora di dello scienziato Guglielmo Marconi, nasce il toponimo Sasso Marconi. La conformazione della Rupe richiama alla mente la scogliera di Dover, salvo che questa è di calcare bianco mentre quella nostrana è d’arenaria grigia.

Inoltre, mentre la rupe ha 2 milioni di anni, la scogliera di Dover risalendo al Cretaceo di milioni d’anni ne ha 70. Ultimo dato, sulla sommità di quella British vi è un prato per l’appunto all’inglese, mentre la nostra è sormontata da un bosco. La nostra comunità è immersa nel verde del bosco sulla rupe, dove gli operatori di Open gestiscono con gli ospiti le strutture. Nata nel 1984 su iniziativa dei Chierici Regolari Somaschi, antico ordine religioso impegnato nel sociale, nel tempo la struttura si trasformò nell’odierna realtà laica, impegnata nel reinserimento sociale e lavorativo degli ospiti.

Situata nel territorio di Sasso Marconi in via Rupe n° 9, è composta di alcuni: “ edifici che accolgono 20 ospiti maschi con dipendenze da sostanze stupefacenti”. A inviare queste persone sono i SerDP (ex SerT) dislocati nell’area Metropolitana bolognese, oppure i SerDP delle carceri nel caso dei detenuti che scontano i domiciliari alla Rupe. Gli utenti, dice Giulia, vengono assistiti: “in base ai bisogni specifici della persona, con un progetto standard di 18 mesi per il reinserimento socio-lavorativo”.

Il punto di forza della Rupe è l’ergoterapia (T.O.), disciplina riabilitativa che utilizza il lavoro manuale nel percorso di recupero: “Il lavoro di assemblaggio meccanico è centrale nel nostro percorso riabilitativo, oltre alle attività ludiche e sportive che offriamo”. L’assemblaggio è un processo molto importante per le aziende metalmeccaniche e incide mediamente sul 40% dei costi di produzione (fonte 3d Meccanica). Per questo motivo le imprese affidano ad aziende esterne tale fase produttiva. Divenuti assemblatori esperti, gli ospiti seguiti da Open acquisiscono una specializzazione spendibile nel mondo del lavoro.

Sono molte le esperienze che Giulia ha vissuto in questi anni, come quella di un ragazzo che al termine del percorso è entrato in un progetto lavorativo territoriale grazie alla sua tenacia supportata dagli operatori: “Molti ospiti hanno raggiunto l’obbiettivo e si sono reinseriti nella società, alcuni mollano, ma poi tornano nuovamente motivati, a conti fatti il bilancio di recupero è assolutamente positivo“. Il delicato lavoro svolto alla Rupe Maschile, impegna una responsabile e, oltre a Giulia, tre educatori diurni, due notturni e una psicoterapeuta.

Tutti gli operatori sono stati vaccinati per non compromettere la salute degli assistiti: “…gli ospiti hanno potuto vivere e socializzare senza le limitazioni di chi vive all’esterno. Hanno vissuto meglio la fase critica e da parte nostra registriamo un bilancio di zero infettati dalla pandemia”. Altro dato importante è che gli ospiti all’interno del centro, vivono senza le tante limitazioni, obblighi e restrizioni imposte all’esterno della struttura.

In sintesi, Giulia ha spiegato a quali conclusioni è giunta durante l’emergenza pandemica: “Da questa esperienza ho compreso che l’unione fa la forza, lavorare in sinergia, uniti, ci permette di affrontare i momenti più difficili. Vedo un futuro nel quale penseremo a questi tempi come si pensa alla seconda guerra mondiale, qualcosa da guardare con gli occhi della storia”.

Tatuaggio marinaro inglese old school
via Steve Haug on Pinterest.co.uk

Tornando quindi all’iniziale associazione tra la Rupe e Dover, crediamo che così come il marinaio inglese, tornando da un viaggio difficile guardava trepidante alle bianche scogliere, allo stesso modo guarderà alla Rupe chi si sia confrontato con la propria dipendenza.