Università di Bristol: scoperti manoscritti medievali inediti su Merlino

Merlino introduce Galahad alla tavola rotonda di re Artù. imm. oldenglishwordhord

Le pergamene medievali rinvenute casualmente nella biblioteca dell’Università di Bristol, contengono una nuova versione dell’Epopea Arturiana.

Si tratta dei sette frammenti di una pergamena medievale, quelli scoperti per caso nella University of Bristol Library, nel Regno Unito. Furono scritti in francese antico, da un autore per ora anonimo e risalgono al XIII secolo. I frammenti aggiungono nuovi dettagli a l’Estoire de Merlin (Storia di Merlino), il racconto della vita del sapiente Mago Merlino e della gioventù di Re Artù.

Secondo Laura Chuhan Campbell, ricercatrice del gruppo che studia manoscritti, queste pagine in lingua francese risalenti al 1200, si trovano in Inghilterra grazie all’anglo-normanno, lingua diffusasi nel Regno Unito in seguito all’invasione dell’isola da parte di Guglielmo di Normandia nel 1066.

La variante anglo-normanna era parte della langue d’oïl, appartenente al gruppo galloromanzo, che divenne la lingua ufficiale dell’Inghilterra e nel tempo si trasformò in una variante insulare del normanno. L’anglo-normanno fu la lingua materna dei monarchi inglesi dal 1066 fino alla fine del 1400, parlata dalla nobiltà e utilizzata a corte, sia per redigere documenti ufficiali, che per scopi commerciali.

La storia raccontata nel manoscritto è quella di Re Artù che aiuta i suoi alleati Bretoni, i re fratelli Ban de Bénoïc e Bohort de Gaunes, contro Claudas, re dei Franchi che aveva invaso i loro regni. In quell’occasione, Merlino, in veste di stratega, si pose a capo dell’esercito bretone.

“In questa storia, Merlino crea uno stendardo a forma di drago, che getta fiamme vere dalla sua bocca, grazie alla magia”. spiega Laura Chuhan Campbell. “Ma ci sono differenze con le versioni più famose”. Ad esempio, i nomi dei comandanti delle quattro divisioni arturiane non sono gli stessi citati in altre versioni, inoltre, nel pieno della battaglia, la natura della ferita subita da re Claudas, cioè tra le cosce in altri testi, qui non viene specificata.


I ricercatori Leah Tether, Laura Chuhan Campbell, Michael Richardson e Benjamin Pohl nella biblioteca dell’Università di Bristol

Leah Tether, presidente della sezione inglese dell’International Arthurian Society e capo dello studio ha aggiunto: “Questo testo non appare in nessun altro manoscritto e quindi apparteneva a un repertorio più ampio di racconti su Lancillotto e il Graal”. Gli indizi raccolti, suggerirebbero addirittura che esisterebbe anche un ottavo frammento, che purtroppo era talmente danneggiato, da essere stato scartato da chi, secoli prima, si era occupato della rilegatura del libro.

Tuttavia, è possibile che nuovi frammenti possano essere trovati, in altri libri correlati a questa ricerca, come hanno osservato i ricercatori. Intanto, il team sta completando la trascrizione del manoscritto, per poterlo confrontare al meglio con le altre versioni, ha concluso Laura Chuhan Campbell che si è anche dichiarata ottimista al riguardo.

Luciano Bonazzi

Fonte: www.science-et-vie.com