#WWIII Lavrov: Le provocazioni sul confine russo del regime di Kiev

In questi giorni stiamo documentando l’escalation militare contro la Russia che il Regime di Kiev sta portando avanti da fine novembre, a partire dalla crisi del Mar d’Azov. Nell’ultimo articolo abbiamo documentato i bombardamenti dell’Esercito Ucraino sui civili nel Donbass, in aperta violazione del Protocollo di Minsk. Le continue provocazioni del regime ucraino, sono il tentativo di scatenare la reazione militare della Russia, per fornire alla NATO un pretesto per intervenire contro Mosca.

Ma se la Russia cerca a tutti i costi di non reagire alle provocazioni, è certo che se il Regime di Kiev cercasse nuovamente di oltrepassare il confine, Mosca risponderebbe a tono. Lo ha dichiarato quest’oggi il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, ai microfoni radiofonici di Komsomolskaya Pravda.

Le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk

Parlando della situazione delle due repubbliche separatiste, ha sottolineato che al momento l’Ucraina ha ben altri problemi interni, ma che la Russia attualmente non può riconoscerle, poiché non vuole lasciare il resto dell’Ucraina nelle mani del regime nazista. Riguardo alle provocazioni davanti alla Crimea e sul confine del Donbass, Lavrov ha stigmatizzato il comportamento provocatorio di Kiev: “Sono sicuro che le provocazioni aumenteranno, sappiamo che il presidente ucraino Petro Porošenko sta preparando una provocazione armata al confine con la Russia, negli ultimi dieci giorni di dicembre”.

Riguardo a tentativi d’invasione, Lavrov ha espresso il concetto di Mosca: “…se ne pentiranno, questo è il nostro paese, questo è il nostro confine. Non permetteremo a Poroshenko di attaccarci… il popolo della Repubblica autonoma di Crimea ha fin qui agito in piena conformità con le leggi internazionali”.

Il capo della diplomazia russa ha sottolineato che l’attuale regime di Kiev è neonazista e che nonostante questo: “Non stiamo combattendo il regime ucraino, sono i cittadini ucraini che vivono nel Donbass a combattere contro il regime ucraino, che ha caratteristiche naziste e neo-naziste”. Secondo i dati in possesso dell’intelligence Russa, Poroshenko ha concordato una provocazione al confine con la Crimea, con i suoi sponsor occidentali. “Gli consigliano di compiere piccole azioni di combattimento, per consentir loro di costruire un racconto propagandistico, sui russi che portano avanti un’offensiva contro l’Ucraina, e che per questo la Russia deve essere colpita da sanzioni. Ma queste azioni militari, è meglio che non passino ad una fase che avrà conseguenze su vasta scala”.

Mentre le provocazioni di Kiev continuano: “I nostri servizi d’intelligence stanno facendo tutti gli sforzi necessari per contrastare questi incidenti”.

Il Protocollo di Minsk

Gli accordi di Minsk sono l’unico modo per superare la crisi nella regione del Donbass: “Non c’è alternativa agli accordi di Minsk, ho detto la stessa cosa anche l’anno scorso”. Lo disse per rispondere a un giornalista il quale sosteneva sosteneva che gli accordi di Minsk non sarebbero funzionanti: “La Carta delle Nazioni Unite è stata violata in numerose occasioni, e molte volte non funziona, tuttavia non è ammissibile cedere al panico”.

Luciano Bonazzi