#WWIII Le forze dell’Asse Atlantista dietro la crisi del Mar d’Azov


Le forze dell’Asse USA, UE e NATO, prima della provocazione nel Mar d’Azov, reclutavano mercenari per “Operazioni di contingenza classificate”, da inviare in Ucraina.

Il sito di analisi geopolitica SouthFront ha scoperto sulle pagine di LinkedIn un’offerta di lavoro pubblicata da un appaltatore della difesa statunitense. LinkedIn è un servizio di social web specializzato nel far incontrare domanda e offerta professionali relativi al mercato del lavoro. L’annuncio in questione, pubblicato una quindicina di giorni fa, cioè prima dello sconfinamento della marina militare ucraina nelle acque territoriali russe nel Mar d’Azov,  menzionava un generico “operazioni di contingenza classificate” in Ucraina.

Con questo scoop, SouthFront conferma che la “difesa americana” è presente con specialisti militari statunitensi in Ucraina e che la società appaltatrice Mission Essential, sta reclutando personale per: Contingency Operations in support of the U.S. Military in Ukraine. Il fatto che si richieda un supporto all’esercito statunitense, significa che questo è presente illegalmente sul suolo ucraino e ha un ruolo nell’addestramento e affiancamento, anche dei miliziani del battaglione Azov, impegnati nel genocidio dei cittadini ucraini di etnia russa.

A sinistra il capo della giunta nazista di Kiev Petro Porošenko, a destra il dettaglio dell’elmetto di un miliziano di Kiev, da un fermo immagine del TG2.

Talvolta, gli amici del Donbass pubblicano fotografie di bandiere USA presenti negli accampamenti militari ucraini, ma questo finora non costituiva una prova. Era infatti ipotizzabile che poteva averle messe chiunque, magari un militare di Kiev con simpatie statunitensi. Ma in questo caso, tramite un semplice annuncio abbiamo finalmente la prova della presenza USA in Ucraina.

Questa evidenza smentisce le affermazioni di Washington secondo cui gli Stati Uniti non sono direttamente coinvolti nel conflitto in Ucraina. L’annuncio suggerisce che le forze speciali statunitensi sono operative nel conflitto e supportano le violazioni al Protocollo di Minsk, per far salire la tensione contro la Russia.

Nell’ultima relazione del Consiglio Atlantico sull’indipendenza dei paesi dell’Europa orientale e nell’incontro tra il Segretario di Stato americano Mike Pompeo e il Ministro degli Esteri ucraino Pavlo Klimkin, si era insistito sulla minacciosa aggressività russa. Eppure l’annuncio d’ingaggio è stato pubblicato il 16 novembre, cioè pochi giorni prima dell’escalation nel Mar d’Azov. Il luogo di lavoro specificato è Mykolayiv, in Ucraina, una città portuale dove è in costruzione una struttura navale “logistica” degli Stati Uniti.
L’annuncio richiede spirito d’adattamento alla cultura e alle usanze, capacità di trattare in modo “riservato” con la popolazione locale, il che significa che l’interprete sia in grado di dissimulare il fatto d’essere straniero. L’individuo deve anche essere capace di servire in zone di combattimento “se necessario” ed essere in grado di lavorare in ambienti difficili o temporanei.

In base a queste caratteristiche, i canditati svolgeranno missioni coperte di affiancamento e assistenza al personale militare degli Stati Uniti dispiegati nelle zone di combattimento dell’Ucraina orientale. Tutto questo, rafforza in noi l’idea che la cosiddetta “provocazione della Russia” sia stata costruita a tavolino e strategicamente premeditata.

Ecco spiegata l’esigenza del presidente ucraino Petro Poroshenko d’istituire la legge marziale, la necessità di militarizzare l’area a favore degli alleati dell’Asse Atlantico USA, UE e NATO. Ovviamente, la legge marziale permetterà a Poroshenko di rinviare le elezioni del 2019, evitandogli l’esame democratico del popolo ucraino, che di lui non ne vuole più sapere.

Mentre le truppe occidentali, italiane comprese, si accalcano sul confine della Russia nell’area del Mar Baltico, a sud, l’Asse Atlantico monta ad hoc pericolose provocazioni. Oltre a quanto abbiamo fin qui trattato, qui in redazione è appena passato un comunicato d’agenzia che riporta l’allarme di Poroshenko su 80.000 militari russi pronti a invadere l’Ucraina: saremo a vedere!

Luciano Bonazzi