#WWIII #Putin #Trump Crisi del Mar d’Azov: Trump annulla l’incontro con Putin


Fingere di essere nemici per calmare neoliberisti e globalizzatori!  foto alessandriaoggi.info  

Come ampiamente diffuso da tutti i media, Donald Trump ha cancellato il suo incontro con il Presiedente russo Vladimir Putin. Il colloquio si doveva tenere a margine del G20 di Buenos Aires, la causa ufficiale sarebbe attribuita alla crisi ucraino-russa nel Mar d’Azov.

La decisione di Trump è davvero paradossale, perché se le tre navi da guerra ucraine sono entrate nelle acque territoriali russe, la colpa non è da attribuire a Mosca ma a Kiev. Come ci siamo chiesti in articoli precedenti dedicati alla crisi del Mar d’Azov: cosa accadrebbe se la marina militare cubana entrasse nelle acque territoriali USA in Virginia?

La richiesta fatta dal Presidente Trump a Putin, è che i marinai vengano liberati e restituiti all’Ucraina. La richiesta non è d’immediata soluzione, anche perché la giustizia deve fare il suo corso, inoltre, il capo della giunta di Kiev, non solo non appare intenzionato a dialogare, ma ha introdotto unilateralmente la legge marziale.

Prima della sua partenza per Buenos Aires, Trump aveva annunciato ai media, che avrebbe incontrato Putin, poi durante il volo ha cambiato idea. Molto probabilmente il cambiamento è avvenuto conseguentemente alle dichiarazioni di Michael Cohen, ex avvocato di Donald Trump, che avrebbe mentito sua deposizione davanti al Congresso americano. In quella falsa testimonianza, nell’ambito dell’inchiesta Russiagate, Cohen avrebbe dichiarato di non essere a conoscenza di un progetto immobiliare in Russia che coinvolgerebbe Trump come imprenditore. Capire quale sia la colpa di un imprenditore edile, che in passato lavorava anche in Russia, ce lo spiegheranno i benpensanti russofobi statunitensi.

Mentre negli Stati Uniti monta la solita polemica anti-Trumpiana, in Ucraina Poroshenko ha introdotto il divieto d’ingresso ai russi. Una misura, sostiene Kiev, decisa per il timore che questi possano istituire: “distaccamenti di eserciti privati che sono in realtà avamposti delle forze armate russe”. Il divieto d’ingresso deciso dal capo di Kiev Petro Poroshenko, verrà applicato ai cittadini russi di età compresa tra i 16 e i 60 anni. Ma la peggior notizia riguarda le manovre militari di Kiev nel Donbass, in aperta violazione del Protocollo di Minsk.

I preparativi di guerra del capo della Giunta Neonazista di Kiev, Petro Poroshenko.

Sembra incredibile che in questa crisi militare ad essere stigmatizzata sia la Russia, cioè la parte offesa. Un po’ su tutti i media del mainstream occidentalista, si continuano a ribaltare i fatti, cincischiando su una presunte aggressività russa. Fortunatamente al Cremlino c’è Putin, che finora ha fermato i tentativi delle forze dell’Asse Usa, UE, Nato, di dar fuoco alle polveri: ma fino a quando riuscirà a farlo?

Luciano Bonazzi