Vladimir Lopez ha dichiarato che Caracas sperava da tempo nell’aiuto di Mosca per la modernizzazione dell’esercito, costantemente impegnato nella difesa del Venezuela bolivariano, dalle minacce espansionistiche degli imperialisti americani.

Nei colloqui avvenuti tra i presidenti russi e venezuelani Vladimir Putin e Nicolas Maduro, le due parti hanno discusso importanti questioni militari, tra cui il rafforzamento della cooperazione. Oltre alla conservazione dei sistemi di difesa terrestri e aerei che saranno aggiornati, Mosca a Caracas hanno concordato l’ammodernamento degli armamenti del paese.

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro si trovava in Russia la scorsa settimana, per una visita di tre giorni durante la quale ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin. Oltre alla cooperazione militare, Vladimir Putin, ha stipulato col presidente Nicolas Maduro, un accordo su investimenti russi nei settori petrolifero e minerario, per un importo pari a sei miliardi di dollari.

L’acquisizione di sistemi d’arma russi, per il Venezuela non è una novità. Negli anni, si è dotato di sistemi missilistici S-300, caccia Sukhoi, elicotteri da combattimento, sistemi missilistici Buck e lanciarazzi russi Grad Smerch. Inoltre, già nel 2008, la Russia aveva inviato bombardieri strategici Tu-160 e un incrociatore missilistico. Quella decisione maturò nel corso della breve guerra tra Russia e Georgia, conflitto scatenato dagli Stati Uniti per destabilizzare il Caucaso.

L’iniziativa militare russo-venezuelana, avviene mentre gli USA stanno esacerbando il conflitto tra Russia e Ucraina, tramite la provocazione nel Mar d’Azov. A ciò va aggiunta l’operazione false flag del recente attacco chimico ad Aleppo, in Siria, sicuramente attuato dai cosiddetti “Freedom Fighters”, per poi incolpare Assad e Putin.

Incombendo l’assedio USA-NATO-UE all’Eurasia, con basi nucleari che circondano Russia, Cina e altri paesi appartenenti alla loro sfera d’influenza, la minaccia non va trascurata. Per Mosca e Pechino, è indispensabile sapersi muovere nello scacchiere geopolitico, le due potenze lo stanno facendo delocalizzando la propria presenza militare.

Luciano Bonazzi

fonti: I link inseriti nel testo e parstoday.com