Bologna: Il Natale dei senza dimora di via Oberdan

Nella foto di Google maps, il bel portico di via Oberdan 22, oggi deturpato dai graffitari delle varie tribù urbane tipo sardine e centri sociali.

 

Per una volta, i residenti della centralissima strada, più che lamentarsi per il degrado procurato dalla presenza di due clochard, sono preoccupati per la loro incolumità. Da giorni la temperatura nella città di Bologna si mantiene costantemente attorno ai zero gradi e durante la notte scende anche al di sotto. Il problema è dunque di carattere umano e la priorità dei residenti non è quella di cacciare i due sfortunati, ma piuttosto dare anche a loro la possibilità di stare al caldo. I due uomini privi di dimora sono italiani di mezza età, e vivono da qualche mese sotto il portico in via Oberdan 22. Stanno li notte e giorno, in compagnia dei loro cani e delle loro povere cose che custodiscono nei trolley. I loro averi consistono in vecchie coperte, pochi indumenti e tappetini di gommapiuma che usano come isolante per proteggersi dalla gelida pavimentazione del porticato.

Come spesso accade all’essere umano sconfitto dalla vita e in balia del gelo, l’unico rifugio lo trova nell’alcool, nulla di lussuoso, ma i soliti cartoni di vino economico, che acquistano con i pochi spiccioli donati loro come elemosina. Sembra che il 113 sia al corrente della misera condizione dei due clochard, che vivono tra escrementi umani e animali. La loro è un’esistenza ai margini, che pur avendo attenzionato i servizi sociali, vede le istituzioni fare i salti mortali per farsi bastare i soldi, dovendo già affrontare la pesante situazione dell’accoglienza dei migranti economici. I servizi però non riescono a fare più di tanto, in quanto le due persone sembra preferiscano dormire in strada piuttosto che al dormitorio pubblico. Attualmente il Comune ha messo a disposizione dei senza dimora 550 posti letto nel quadro del ‘piano freddo’, ma il problema che i servizi sociali devono affrontare è quello convincere questi poveretti a farsi aiutare.

L’assessore al welfare Luca Rizzo Nervo, ha spiegato che i servizi preposti non possono obbligare nessuno a entrare nelle strutture. Inoltre alcuni senza dimora preferiscono vivere in strada perché vi sono connessioni umane di sostegno praticamente inesistenti nel dormitorio. Comunque sia, si sta operando per convincere i due clochard di via Oberdan a farsi aiutare, e, conclude Rizzo Nervo: “ho fiducia che ci riusciremo”.

 

Luciano Bonazzi