Comitato promotore #NoGuerra #NoNATO: LIBERTÀ PER JULIAN #ASSANGE – VIDEO

Dal Comitato promotore della campagna #NoGuerra #NoNATO, pubblichiamo il seguente articolo di Manlio Dinucci. Gli adattamenti sono curati dalla nostra redazione: In fondo troverete il link della petizione che vi invitiamo a firmare.


Si è aperto a Londra il processo contro Julian Assange, che sarà sospeso alla fine della settimana e ripreso a maggio. Occorre la massima mobilitazione per impedire che egli venga estradato negli Stati Uniti, dove lo attende una condanna per spionaggio che prevede l’ergastolo o la pena di morte. La Campagna per la liberazione di Julian Assange  sarà al centro del Convegno Liberiamoci dalla guerra, che si terrà il 25 Aprile a Firenze. Vi parteciperà John Shipton, il padre di Julian.

Vi invitiamo a venire a Firenze il 25 Aprile per trasmettere, attraverso di lui, tutta la nostra solidarietà a Julian Assange, il cui “crimine” è quello di aver portato alla luce i crimini di guerra Usa. Il processo contro Assange è un processo contro tutti quelli che lottano per la libertà e la democrazia.

Per iscriversi al Convegno comunicare il proprio nome, comune di residenza,  email e/o cellulare, a:

Giuseppe Padovano

Email [email protected]

Cell. 393 998 3462

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PERCHÉ ASSANGE È IN PRIGIONE E SOTTO PROCESSO

Julian Assange – nato nel 1971 a Townsville in Australia,  da una artista, Christine Assange, e un architetto, John Shipton –  fonda nel 2006, insieme ad altri, il sito web WikiLeaks, di cui diviene caporedattore. WikiLeaks nel corso degli anni pubblica documenti da fonti anonime e informazioni segrete su politici corrotti, assassinii politici, repressioni e guerre. Il materiale pubblicato attira sporadicamente l’attenzione dei media, ma è il caso Chelsea Manning  che porta WikiLeaks, nel 2010. al centro dell’interesse internazionale.

Chelsea Manning, attivista statunitense, è accusata di aver fornito a WikiLeaks migliaia di documenti riservati di cui era venuta a conoscenza  lavorando quale analista di intelligence dell’Esercito Usa durante la guerra in Iraq. Viene per questo condannata a 37 anni di detenzione in un carcere di massima sicurezza. Rilasciata dopo 7 anni di carcere duro, sarà nuovamente incarcerata nel 2019 per essersi rifiutata di testimoniare contro Assange.  Nel 2010 WikiLeaks rende di pubblico dominio oltre 250.000 documenti statunitensi,  molti dei quali etichettati come “confidenziali” o “segreti”. Tra questi diversi video sulle stragi di civili compiute dagli Usa in Iraq e Afghanistan. WikiLeaks viene messa sotto inchiesta in Australia e Julian Assange rischia di nuovo l’arresto.

Nello stesso anno, mentre Assange è in Gran Bretagna,  il tribunale svedese di Stoccolma emette nei suoi confronti un mandato di arresto in contumacia, con l’accusa di aver avuto rapporti sessuali non protetti, seppur consenzienti, con due donne. Assange, presentatosi spontaneamente negli uffici di Scotland Yard, viene arrestato in forza di un mandato di cattura europeo. Assange viene rilasciato su cauzione, ma la Svezia ne chiede l’estradizione dalla Gran Bretagna, col chiaro intento di estradarlo negli Stati Uniti. Nel 2012 la Corte Suprema britannica decreta la sua estradizione in Svezia. Assange si rifugia, a Londra, nell’Ambasciata dell’Ecuador che gli garantisce il diritto di asilo. Qui resta confinato per sette anni, nonostante che anche una Commissione delle Nazioni Unite denunci il fatto che Assange è detenuto arbitrariamente e illegalmente in Gran Bretagna

Nel frattempo WikiLeaks prosegue la sua attività. Nel 2016 pubblica oltre 30.000 email e documenti inviati e ricevuti tra il 2010 e il 2014 da Hillary Clinton, Segretaria di Stato dell’Amministrazione Obama. Tra questi una email del 2 aprile 2011, la quale rivela il vero scopo della guerra Nato alla Libia perseguito in particolare da Usa e Francia: impedire che Gheddafi usasse le riserve auree della Libia per creare una moneta pan-africana alternativa al dollaro e al franco Cfa, la moneta imposta dalla Francia a 14 ex colonie. La crescente pressione internazionale, esercitata sull’Ecuador soprattutto da Stati Uniti, Gran Bretagna e Svezia, raggiunge il suo scopo.

Privato dall’Ecuador del diritto di asilo, Julian Assange viene arrestato nell’aprile 2019 dalla polizia britannica, con l’imputazione di essersi sottratto al mandato emesso dalla Corte Suprema nel 2012. Il Responsabile Onu contro la tortura, Nils Melzer, dopo avergli fatto visita nel carcere britannico di massima sicurezza, dichiara: “Julian Assange è detenuto in un carcere di massima sicurezza, in condizioni di sorveglianza e isolamento estreme e non giustificate, mostra tutti i sintomi tipici di un’esposizione prolungata alla tortura psicologica. È necessario che il governo britannico lo liberi immediatamente per proteggere la sua salute e la sua dignità. È inoltre da escludere la sua estradizione negli Usa”.

La vita di Julian Assange, di fatto rapito e detenuto in condizioni inumane  (gli viene proibito perfino di vedere i figli), è sempre più in pericolo, sia per i lunghi anni di sofferenze che hanno deteriorato la sua salute, sia per la pericolosa situazione in cui si troverebbe se fosse estradato negli Usa. Qui sarebbe in mano a coloro che hanno tutto l’interesse a non farlo arrivare a un processo che, soprattutto se permettesse all’imputato di difendersi, sarebbe estremamente imbarazzante per l’establishment politico-militare

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MOZIONE APPROVATA DAL CONSIGLIO COMUNALE DI VOLTERRA
(25 febbraio 2020)

 

Premesso che:

Julian Assange, mediattivista, editore, giornalista e programmatore australiano si è contraddistinto nel panorama internazionale dell’informazione per la continua ricerca della verità a tutti i livelli politici e istituzionali, sfidando la secretazione delle informazioni da parte dei governi, superando le barriere informatiche, portando alla ribalta internazionale le reali motivazioni che hanno determinato la distruzione di interi paesi.

Il nome di Assange è legato ad una esperienza che, a partire dal 2006, ha incrociato investigazione, giornalismo e attivismo. Egli è infatti l’ideatore, cofondatore e caporedattore del sito web WikiLeaks, in cui vengono pubblicati documenti di pubblico interesse, provenienti da fonti anonime, rendendo note stragi e scandali contemporanei: gli archivi di Guantanamo, notizie segrete sulle guerre di Afganistan e Iraq, cablogrammi riservati, le documentazioni sui trattati di commercio come TTIP, CETA e TISA, lo spionaggio globale come strumento geopolitico, i bombardamenti in Yemen, scandali petroliferi in America Latina e le verità sulle motivazioni che hanno fatto innescare la guerra alla Libia del 2011 con il carteggio di Hillary Clinton su Gheddafi, e molto altro.

Julian Assange ha dimostrato di agire nel solco del giornalismo d’inchiesta, raggiungendo grande popolarità nell’arco del triennio 2007-2009, quando il sito conta circa 1200 informatori volontari, con picchi massimi di visite da tutte le parti del globo. Il 25 luglio 2010 WikiLeaks pubblica una raccolta di 91.731 documenti militari relativi alla guerra in Afghanistan, Nell’ottobre 2010 WikiLeaks diffonde più di 300.000 documenti riservati dell’esercito statunitense che rivelano nella loro crudezza i crimini di guerra degli Stati Uniti perpetrati durante il conflitto in Iraq.

Preso atto che

Julian Assange non può essere processato per aver svelato al mondo delle verità perché creerebbe un precedente contro la libertà di stampa già fortemente bersagliata, e che la diffusione di materiale diplomatico considerato lesivo per i governi coinvolti ha reso Julian Assange una persona scomoda, generando nei suoi riguardi una serie di pressioni e atti di accusa che portano ad emanare da parte del tribunale di Stoccolma un mandato d’arresto in contumacia nei suoi confronti, con l’accusa di stupro, molestie e coercizione illegale; questo in data 18 novembre 2010 (4 settimane dopo la pubblicazione dei documenti segreti sulla guerra in Afganistan/Iraq).

Nello stesso anno la Svezia presenta una richiesta di estradizione alle autorità britanniche: appare evidente come essa sia finalizzata ad una estradizione negli Stati Uniti dove lo attende un processo per violazione dell’Espionage Act, legge statunitense varata nel 1917 e, dopo un percorso accidentato la Deliberazione n. 65/2019  2/6  , confermata nel 2019. Il 2 novembre 2011 l’Alta corte di Londra dà il via libera all’estradizione richiesta dalla Svezia. Alla metà di giugno 2012 la Corte Suprema britannica rigetta il ricorso contro l’estradizione.

Assange si rifugia presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, chiedendo asilo politico in quanto perseguitato, dove vi resterà per sette anni fra condizioni di salute precarie e con limitatissimo contatto con l’esterno. Questo periodo di clausura forzata termina l’11 Aprile del 2019, durante il quale è stato illegalmente spiato da una società addetta alla sicurezza privata per conto della CIA, giorno in cui Assange viene prelevato a forza e arrestato a Londra dalla polizia metropolitana. In seguito alla revoca dell’asilo politico il giornalista ed editore australiano viene consegnato dalle autorità ecuadoriane a quelle britanniche. Il giorno stesso dell’arresto, le autorità inglesi hanno reso nota la richiesta di estradizione dagli Usa.

Va sottolineato che il caso riguardante le accuse di stupro, ormai chiuso, è stato chiuso e riaperto per ben tre volte nonostante la palese mancanza di prove a carico di Julian Assange per i crimini ipotizzati, in quella che è sempre rimasta un’investigazione nella fase preliminare, priva di accuse formali, caratterizzata da casi di corruzione dei giudici competenti.  Il 1 Maggio 2019 la Westminster Court condanna Assange a 50 settimane di reclusione per violazione della procedura di libertà provvisoria, da scontare nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh (noto come la “Guantanamo britannica”).

Posto che Julian Assange è un cittadino australiano
che ha subito un arresto nel Regno Unito,

  • Posto che Julian Assange non ha commesso reati di spionaggio e non ha messo in pericolo la sicurezza di nessun paese, e che negli Stati Uniti sarebbe processato sulla base dell’Espionage act che è una legge del 1919 inapplicabile a un giornalista straniero e alla luce del progresso tecnologico
  • Posto che per Julian Assange si evidenzia la violazione dei diritti umani, attraverso una violenza psicofisica esercitata nella sua detenzione, un vero attentato alla libertà di espressione e informazione. La gravità della situazione ha determinato la nascita di tanti comitati nelle maggiori città al mondo, tra cui il “Comitato per la Liberazione di Julian Assange – Italia” che sta organizzando una serie di manifestazioni, raccolta firme ed iniziative volte a sensibilizzare i cittadini sulla difesa della libertà di stampa.
  • Rilevato che Nils Melzer, inviato speciale dell’ONU contro la tortura, ha affermato  che le sue condizioni presentano “i segni tipici dell’esposizione prolungata alla tortura psicologica”. Non ci sono ulteriori aggiornamenti o informazioni che lascino intravedere spiragli positivi sulla condizione di Assange presso il carcere di Belmarsh, mentre il Tribunale Britannico nella figura del giudice Emma Arbuthnot ha fissato la prima data dell’udienza per il 25 febbraio 2020 e ci si aspetta che le altre si svolgano nel corso di 5 giorni,
  • Considerato che il Consiglio d’Europa è intervenuto sull’art. 6, comma 2 l’Assemblea ha ritenuto opportuno precisare in modo esplicito di ritenere che:

la detenzione e l’azione penale del sig. Julian Assange stabilisce un pericoloso precedente per i giornalisti;

proseguendo infine:

che l’estradizione del signor Assange negli Stati Uniti d’America deve essere vietata e che deve essere rilasciato prontamente.

Per questi motivi Il Consiglio comunale di Volterra impegna il Sindaco e la Giunta:

  • A dare al Tavolo per la pace la possibilità di illustrare la situazione di Assange e di Edward Snowden e dell’informazione alla luce del progresso tecnologico,
  • Ad organizzare eventi pubblici e consigli comunali aperti su questa vicenda e sul tema del diritto a una informazione onesta e indipendente e basata su dati reali e riscontrabili.
  • richiedere una presa di posizione da parte delle nostre istituzioni regionali e nazionali e del presidente Mattarella, in linea con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (art.11 – 14 – 19) e l’immediata liberazione di Julian Assange (come richiesto dal Consiglio d’Europa)
  • Ad inviare alla Commissione Affari Esteri del Parlamento italiano una comunicazione ufficiale, al Presidente della Repubblica e alle due camere del parlamento che solleciti a tal proposito una presa di posizione del Governo italiano verso il Governo britannico, sul cui suolo Assange è attualmente detenuto e torturato come certificato dall’esperto delle Nazioni Unite, così come verso il Governo americano che ne ha richiesto l’estradizione” e verso l’Unione Europea perché si faccia garante dei diritti umani e civili di Julian Assange.

Segreteria Tavolo per la Pace della val di Cecina      
Comune di Castagneto Carducci (LI) Via della Repubblica 15/B
Tel 0565 778276 – Fax 0565 763845 cell. 3332526023
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Grazie! Luciano Bonazzi