I mitici Yeti-Bigfoot-Sasquatch esistono?

 

An imaginative silhouette of a Bigfoot: thanks to David Wall-Getty Images

Da tempo immemorabile, in varie parti del mondo, viene segnalata l’esistenza di gigantesche creature umanoidi che vivono nascoste in foreste, monti e ghiacciai: esseri enigmatici simili a enormi gorilla, che tanto appassionano i criptozoologi.

A dare la caccia a questi esseri, sono impegnati ricercatori detti criptozoologi, cioè appassionati di una para-scienza che si occupa di specie “mitologiche”, intenzionata a dimostrare l’esistenza di vari esseri misteriosi. In pratica questi ricercatori si occupano specie come i Draghi, il Chupacabra, il mostro di Loch Ness e per l’appunto gli Yeti-Bigfoot-Sasquatch. Nel caso dei Bigfoot e Sasquatch, che dovrebbero essere la stessa creatura, la maggior parte degli avvistamenti si verificano in nord’america. Questo essere è collegato a miti e leggende dei nativi americani, tanto che il nome Sasquatch (Sasq’ets), deriva dalla lingua Halq’emeylem usata dai popoli indigeni Salish della Columbia Britannica sudoccidentale. Secondo la Oregon Encyclopedia questa parola si tradce “uomo selvaggio o peloso”.

Lo Yeti

Quello dello Yeti è un mito antico che trae origine dai racconti tradizionali gli abitanti dell’Himalaya, i quali credono nella sua esistenza. Questa creatura è anche conosciuta col nome di “abominevole uomo delle nevi”, frase originata da un’errore di traduzione della parola Metoh Kangmi, che in nepalese si riferisce a un “uomo-orso delle nevi”). La parola Yeti deriva invece dal termine yeh-teh, che nel dialetto nepalese degli sherpa si traduce semplicemente “Quella cosa là”. Oltre agli esploratori britannici del Monte Everest, che nel 1921 affermarono di aver visto delle impronte riconducibili a un “metoh-kangmi”, o “uomo-orso delle nevi”, oggi anche l’Esercito Indiano dichiara di avere le prove dell’esistenza dello yeti.

Il 29 aprile 2019 a ridosso dell’inizio della proclamata pandemia da Covid19, i militari indiani postarono su Twitter la loro scoperta: “Per la prima volta, una squadra di spedizioni alpinistiche dell’Indian Army ha localizzato l’impronta misteriosa della mitica bestia ‘Yeti’ che misura 32×15 pollici, vicino al campo base di Makalu il 9 aprile 2019. Questo sfuggente [essere] è stato avvistato in passato nel Makalu-Barun National Park”. Ovviamente l’esercito di Delhi non dovrebbe essere avvezzo a burle, inoltre il The Times of India affermava che le prove erano state inoltrate agli esperti in materia. Ricordiamo che anche l’alpinista italiano Reinhold Messner si era occupato dello yeti e che secondo lui era una variante dell’orso azzurro.

Reconstruction based on fossil evidence of the extinct Gigantopithecus The being was about 3 meters tall. and weighed up to 270 kg,. Thanks at ZUMA Press, Inc. / Alamy Stock Photo

 

Secondo altre ipotesi, gli Yeti sarebbero discendenti del gigantopiteco il grande primate vissuto dal Pliocene al Pleistocene. In base a questa teoria diffusa in Cina, India e Vietnam, il gigantopiteco non si sarebbe estinto, ma si sarebbe adattato diminuendo la sua statura dai 3,7 metri, ai presunti 2 dell’uomo delle nevi. Da tempo immemorabile queste creature stimolano la curiosità umana, moltissimi sono i libri pubblicati su di esse, per non parlare dei fiumi d’inchiostro riversati su riviste e giornali. Occorre però sottrarre la ricerca ai mitomani, assolutamente inutili e dannosi, per affidarla alla scienza ufficiale. Ma come sempre ci si deve scontrare col problema dei finanziamenti alla ricerca: una nota dolente anche per gli aspetti scientifici più importanti.

Con i mezzi che oggi abbiamo a disposizione, come i satelliti, la visione notturna e altri mezzi sofisticati, sarebbe possibile dare risposta a queste e altre domande. Purtroppo a detenere questi mezzi sono i militari, come conferma la scoperta fatta dall’Esercito Indiano e siccome la spinta alle guerre non permette ai militari di distogliere le loro tecnologie dalle loro esigenze, questa possibilità oltre che peregrina è anche molto ardua.

Col. Luciano Bonazzi

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