La Piccola Carovana e la Gestione Cimiteriale

Una Cooperativa Sociale multisettoriale. foto confcooperative.it

Oggi parliamo della Piccola Carovana una cooperativa di tipo A, per quanto riguarda l’ambito dei servizi socio-sanitari, formativi ed educativi, e di tipo B nella parte dedicata all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Questa realtà è nata nel maggio 2003 nella bassa bolognese, in località Sammartini, una frazione del comune di Crevalcore. La cooperativa è stata fondata da 15 soci animati dalla volontà di trasformare le loro esperienze di volontariato a favore di persone svantaggiate, in lavoro inclusivo. Da allora, la Piccola Carovana ha creato una serie di attività e servizi finalizzati alla tutela e all’inserimento lavorativo dei soggetti più deboli e meno protetti.

Il suggestivo panorama della Montagnola di Mezzo foto lapiccolacarovana

L’intera attività aziendale e suddivisa in quattro settori che spaziano dai Servizi Alberghieri e Ristorativi nelle due realtà di Villa Pallavicini, a pochi km dal centro di Bologna e in due amene dimore immerse nel verde del Parco della Chiusa di Casalecchio di Reno denominate le Montagnole. Inoltre la cooperativa si occupa dell’Albergo Pallone, situato nell’omonima via di Bologna, alle spalle del Parco della Montagnola, in un edificio che un tempo era sede della Scuola Media G. Zappa.

Operatori al lavoro. foto facebook.com

Il settore Servizi Ambientali si occupa di raccolta dei rifiuti, tradizionalmente e/o porta a porta, della gestione dei centri di raccolta improntati all’economia circolare, della raccolta di abiti usati e realizza corsi di educazione ambientale finalizzati all’inserimento lavorativo. Importante anche il settore dell’inclusione sociale, a sua volta suddiviso nelle quattro aree, accoglienza, immigrazione, prossimità e progetti educativi. Ai vari progetti viene dedicato personale composto da educatori professionali, mediatori culturali, consulenti, assistenti sociali, antropologi, pedagogisti, sociologi ed etnopsichiatri.

Operatori cimiteriali foto lapiccolacarovana

Infine vogliamo parlare del delicato settore dei Servizi Cimiteriali, del quale vorremmo approfondire gli aspetti. La Piccola Carovana si occupa di questo ambito dal 2009 e gestisce i servizi sulla salma, la pulizia e la piccola manutenzione dei cimiteri di vari Comuni delle province di Bologna, Ferrara e Modena. Il personale dedicato è composto da operatori specializzati ai quali vengono affiancati lavoratori svantaggiati. Tendenzialmente, la maggior parte di noi, evita di pensare più di tanto ai cimiteri, per le forti implicazioni sociali, etniche e religiose ad essi associati, eppure questi sono parte fondamentale della specie umana. Molte persone entrano in un cimitero raramente, dando per scontata la cura del verde e la pulizia della struttura.

In pratica però, in base alle dimensioni, un cimitero è una sorta di parco o giardino, composto da prati, siepi curate, piante di fiori e roseti. Per convenzione, la maggior parte degli alberi sono cipressi, piante sempreverdi che possono raggiungere i50 metri di altezza, la cui verticalità assoluta, rende l’idea dell’anima che sale al paradiso. Nell’antica cultura Greco-Romana il cipresso era l’albero di Ade, il dio dell’aldilà, ma furono i Romani per primi a utilizzarlo in chiave cimiteriale. Questa simbologia venne poi adottata dai Cristiani. Tuttavia, nei cimiteri non è raro trovare altri tipi di alberi anche esotici, alla Certosa di Bologna, cinto da mura ma accessibilissimo vi è il Campo delle Palme, un piccolo palmeto ove è sepolto il geniale Franco Bonvicini detto Bonvi, ideatore delle famose Sturmtruppen. Nei fatti, i cimiteri sono luoghi di memoria nei quali riposano quanti, illustri o meno, ci hanno preceduto e che ogni tanto andiamo a trovare.

La cremazione: una nuova tendenza?

Forse in pochi sanno che in epoche remote, per millenni, la cremazione era molto diffusa nel bolognese. Essendo stata l’area di Bologna sede principale dalla civiltà Villanoviana e di quella Etrusca, la cremazione era ampiamente praticata già a partire dal X secolo a.C.. A Villanova di Castenaso, appena fuori Bologna, nel 1853 vennero rinvenute 193 tombe, 179 delle quali contenevano urne cinerarie, mentre le sepolture a terra (inumazioni) erano solo 14. Nel territorio comunale di Marzabotto, sorgeva la città stato etrusca di Kainua risalente al V secolo a.C.. Nella necropoli di quell’antico centro abitato, all’interno delle tombe a cassa e pozzetto sono state rinvenute ceneri derivate dalla cremazione, avvolte in drappi di tessuto.

Sepolcreto di Kainua (Marzabotto) dettaglio di tombe a cassa contenenti le ceneri di etruschi defunti foto bolognablog

Quindi, la cremazione non può essere definita una pratica moderna o come sostiene qualcuno “un’americanata”, bensì un ritorno alle nostre origini. Alcuni decenni fa, dopo circa un secolo di diatribe, principalmente tra intellettuali laici e autorità ecclesiastiche, nel nostro paese la cremazione divenne una pratica diffusa. In Italia, anche gli ultimi divieti relativi alla detenzione in casa o alla dispersione delle ceneri sono caduti. Nel primo caso, vi è da tener conto che in caso di cambio di casa o decesso del detentore legale, la gestione dei resti tornerebbe ai comuni, quindi ai cimiteri, nel secondo caso, le ceneri disperse saranno ovviamente indisponibili.

Il Giardino delle Rimembranze di Bologna foto socrem

Nei paesi del nord ‘Europa, dove la cremazione e dispersione delle ceneri era ed è pratica comune, a un certo punto sociologi e psicologi rilevarono che l’assenza di un luogo di sepoltura poteva creare problemi a lungo termine ad alcuni pazienti, di conseguenza i comuni individuarono una soluzione. In accordo con gli esperti, istituirono all’interno dei cimiteri i cosiddetti Giardini delle Rimembranze. In luoghi come questi, presenti anche a Bologna, in un giardino ben curato, i famigliari possono sostare e ricordare i propri cari. Si è creato un punto di riferimento nel quale superare il senso di vuoto e sentirsi uguali al resto dei concittadini e “andare a trovare” idealmente i propri cari defunti: anche questo è inclusione.

Gli operatori cimiteriali della Piccola Carovana, dovendo operare in un ambito particolarmente delicato, vengono sottoposti a corsi di formazione permanente, finalizzati a rendere il proprio servizio accurato e rispettoso. Data la vastità dell’area d’intervento, ogni giornata di lavoro presenta differenze negli orari e nelle tipologie del servizio. Grazie a un’oculata gestione quotidiana da parte della cooperativa, il servizio è improntato a soddisfare le esigenze dei familiari, attraverso un dettagliato coordinamento con i diversi comuni proprietari delle strutture cimiteriali. La Piccola Carovana, come abbiamo visto è una realtà capace di muoversi con serietà e rigore “senza mai perdere la tenerezza”.

Luciano Bonazzi

Fonti: opengroup.eu oltre ai link esterni inseriti nel testo