Marte: scoperto cratere con opale, acqua e forse vita microbica

Opale intrappolato nella roccia in natura imm. wikipedia.org

Secondo un nuovo studio sui dati forniti dal Rover Mars Curiosity della NASA, gli aloni di tonalità chiara che circondano un cratere marziano fratturato, potrebbero essere costituiti da gemme di opale ricche d’acqua. Queste fratture potrebbero fornire un rifugio sicuro a forme di vita microbica proteggendole dalle dure condizioni della superficie di Marte. Le fratture, osservate trasversalmente sembrano proseguire anche nel sottosuolo, inoltre il fondale prosciugato del circostante lago marziano, sembra anch’esso pieno di gemme opali. Queste pietre preziose, il cui valore sulla terra varia dai 2.300 dollari ai 15.000 dollari al carato, oltre a conferire al cratere Gale di Marte un suggestivo luccichio, proverebbero che l’acqua era o è ancora, presente sotto la superficie marziana. Questa prospettiva suggerisce agli scienziati che un tempo, o ancora oggi, sia presente vita microbica: L’esito della ricerca è stato poi pubblicato il 19 dicembre scorso sul Journal of Geophysical Research: Planets.

Da quando è iniziata la ricerca di vita su altri pianeti, gli scienziati si sono concentrati sulla presenza dell’acqua, poiché questa è fondamentale per la vita così come la conosciamo. Siccome l’acqua non scorre più su Marte, gli scienziati si concentrano sui segni dell’acqua un tempo presente. Negli ultimi anni i ricercatori hanno individuato questi segni presso le fratture sulla superficie marziana, dove sono presenti rocce di colore più chiaro. Ora, l’opale si forma quando le rocce ricche di silice interagiscono con l’acqua, ecco perché per i ricercatori è importante la presenza di queste gemme. Inoltre, visionando le immagini d’archivio del Rover Curiosity, gli scienziati hanno scoperto che gli aloni di opale non sono rari, ma diffusi in tutto il Gale Crater, l’antico letto di un lago largo 154 chilometri, che Curiosity ha esplora dal 2012.

Travis Gabriel, fisico ricercatore dell’US Geological Survey ha commentato: “La nostra nuova analisi dei dati d’archivio ha mostrato una sorprendente somiglianza tra tutti gli aloni di frattura che abbiamo osservato molto più avanti nella missione. Vedere che queste reti di fratture erano così diffuse e probabilmente piene zeppe di opale è stato incredibile”. Effettivamente, i dati dello strumento ChemCam di Curiosity, che analizza le rocce utilizzando immagini e spettrometria, hanno mostrato che le rocce leggere studiate di recente contenevano opali ricchi di silice. Per confermare l’ipotesi, il team di Gabriel ha eseguito ulteriori analisi in un altro punto del cratere denominato sito di perforazione di Lubango, utilizzando lo strumento di misurazione dei neutroni Dynamic Albedo of Neutrons (DAN) di Curiosity. Poiché i neutroni rallentano in presenza dell’idrogeno, uno dei due componenti dell’acqua, il DAN ha confermato la presenza di opale contenente acqua.

Questi dati hanno indicato ai ricercatori che un l’acqua riempiva il Gale Crater, addirittura fino a poco tempo fa: “Date le diffuse reti di fratture scoperte nel Gale Crater, è ragionevole aspettarsi che queste condizioni del sottosuolo potenzialmente abitabili si estendano a molte altre regioni del Gale Crater, e possibilmente altre regioni di Marte”. Questi nuove evidenze scientifiche suggeriscono le aree ricche di fratture con opali nel Gale Crater, quale destinazione per le future missioni di esplorazione umana del Pianeta Rosso.

 

Col. Luciano Bonazzi

Articoli precedenti QUI