#MonkeyPox Vaiolo delle scimmie: superati i 1.000 casi in 29 paesi

Nella foto satirica trovata su Twitter, si allude alla profezia lanciata da Bill Gates al think tank britannico Policy Exchange. Nell’occasione il magnate parlò di prevenzione di futuri attacchi bio-terroristici utilizzando il vaiolo. Coincidenza o complottismo?

 

Sono più di 1.000 i casi di vaiolo delle scimmie in tutto il mondo ed è per questo che i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno lanciato l’allerta. Questa istituzione sanitaria made in USA, sta consigliando ai viaggiatori di rafforzare le precauzioni per evitare di contrarre e diffondere la rara malattia virale. Secondo il CDC, le persone dovrebbero evitare il contatto ravvicinato con persone malate, cioè con eruzioni cutanee sulla pelle o i genitali. Sollecita anche di non entrare in contatto con ratti, scoiattoli e scimmie. I viaggiatori dovrebbero anche evitare il contatto con vestiti e lenzuola utilizzati da persone malate e di non consumare o cucinare selvaggina.

Il CDC ritiene che per ora, il rischio complessivo di contrarre il vaiolo delle scimmie sia ancora basso, ma consiglia alle persone di rivolgersi a un medico qualora appaiano eruzioni cutanee nel corpo. Oltre alle eruzioni cutanee, altri sintomi del vaiolo delle scimmie sono febbri, brividi, mal di testa, dolori muscolari e linfonodi ingrossati. Riguardo ai casi attualmente confermati, questi sono stati segnalati in 29 paesi, principalmente Regno Unito, Spagna, Portogallo, Canada e Germania. Secondo il rapporto Morbidity and Mortality Weekly Report (MMWR) del 3 giugno scorso, la maggioranza dei casi si registrano negli uomini che hanno avuto rapporti omosessuali ed è stato appurato che il vaiolo delle scimmie si diffonde attraverso fluidi corporei come sperma e piaghe infette del partner sessuale.

La maggior parte delle persone che contrae il vaiolo delle scimmie, sviluppa sintomi lievi della malattia, che poi si risolve in due o tre settimane. Tuttavia il virus può essere pericoloso per gli individui con un sistema immunitario indebolito, i bambini dagli 8 anni in su, donne in gravidanza e allattamento. Per ora non sono stati approvati trattamenti specifici, ma si utilizzano antivirali e un trattamento di anticorpi per trattare l’infezione. Secondo il CDC, i pazienti posso anche ricorrere ai due vaccini ACAM200 o JYNNEOS, per ridurre la gravità dei sintomi o prevenire l’infezione: “Il CDC raccomanda di somministrare il vaccino entro 4 giorni dalla data di esposizione al fine di prevenire l’insorgenza della malattia. Se somministrata tra 4 e 14 giorni dopo la data di esposizione, la vaccinazione può ridurre i sintomi della malattia, ma potrebbe non prevenirla”.

 

Col. Luciano Bonazzi

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