#NASA Il programma per terraformare Marte salverà la Terra

Negli ultimi tempi, il dibattito sulle variazioni del clima della Terra ha mobilitato l’intero pianeta. Dietro la spinta della giovane attivista Greta Thunberg, milioni di giovani e adulti, manifestano per chiedere ai governi di attuare misure di contenimento delle emissioni responsabili del cambiamento climatico.

Tra i tanti tazebao portati dai manifestanti, particolarmente efficace quello recante la scritta “Non abbiamo un pianeta B”. Si tratta di una frase che colpisce profondamente: ma le cose stanno proprio così?

Senza sminuire l’importanza simbolica di cambiare i nostri comportamenti individuali, molto potrebbe essere fatto nelle modalità di produzione industriale. Gli stati nazione, dopo decenni di mortificazione neoliberista, dovrebbero riappropriarsi della loro funzione, imponendo alle industrie di modificare i metodi di produzione e nel contempo controllare gli sversamenti d’inquinanti e limitando l’uso della plastica che soffoca i mari: ma sarà sufficiente? Inoltre, siamo certi di non avere un pianeta B?

La colonizzazione di Marte il progetto più ambizioso di questo secolo

terraforming
Tenendoci cara e ben stretta la nostra amata Terra, un pianeta B effettivamente esiste, si tratta di Marte. Infatti, abbiamo raggiunto un livello di progresso talmente elevato, che siamo molto vicini alla colonizzazione e terraformazione di questo pianeta, a lune come Europa e altre che posseggono acqua, un’atmosfera e forse qualche forma di vita quali microorganismi e alghe.

Attualmente è in fase avanzata il progetto “terraforming” della Divisione di Scienze Planetarie della NASA, che unisce sinergicamenete diverse strategie per cambiare il clima del pianeta rosso fino a renderlo un luogo abitabile.

I microrganismi sono la chiave

I ricercatori dell’ICREA, Laboratorio della Società Catalana per la Ricerca e Studi Avanzati, che collabora con la NASA, hanno avuto l’idea di riprodurre la terraformazione in laboratorio, utilizzando batteri geneticamente modificati.

    Illustrazione del batterio in grado di rendere fertile il terreno marziano (Getty Images) 

Riguardo alla colonizzazione di Marte, il professore Ricard Solé dell’Università Pompeu Fabra di Barcellona si è posto la seguente domanda: “fino a che punto l’essere umano può reinventare l’ecosistema per assicurare il futuro delle giovani generazioni?” Fondamentalmente, questi organismi progettati per un altro pianeta, possono modificare la temperatura della Terra arrestando il degrado del suolo.

Il professor Solé, con migliaia di scienziati di tutto il mondo, ha messo in guardia i governi su quello che accadrà al nostro pianeta se non verranno prese misure straordinarie e fermare gli effetti del cambiamento climatico. I ricercatori sostengono che l’Accordo di Parigi e la Bologna Road Map sui cambiamenti climatici non sono sufficienti a risolvere il riscaldamento globale. Questi specialisti concordano sul fatto che sarà necessario utilizzare il “terraforming” sulla Terra, quale mezzo efficace per impedire alla temperatura di continuare a salire.

        I microrganismi geneticamente modificati provocheranno un risveglio dell’ecosistema              terrestre (Getty Images)

Dunque, nonostante tutte le iniziative in corso, l’aumento del riscaldamento globale continuerà.  Tuttavia, le misure palliative intraprese potranno essere integrate con la terraformazione, è necessario agire prima di raggiungere veramente quel “punto di non ritorno” paventato dalla comunità scientifica.

Luciano Bonazzi

Fonti: grandesmedios.com – lavanguardia.com oltre ai link esterni inseriti nell’articolo.