#Putin blocca il traffico aeronavale nel Mediterraneo orientale


La portaerei Admiral Kuznetsov Foto: © Forumairbase.ru

La decisione russa arriva dopo che, per l’ennesima volta, caccia F16 israeliani sono penetrati nei cieli della Siria. Durante l’incursione, i jet hanno lanciato 12 missili aria-terra, di cui dieci sono stati intercettati dalla contraerea, quasi interamente robotizzata e due sono andati a bersaglio colpendo alcune installazioni. Quando infine la contraerea ha inquadrato i caccia di Tel Aviv, questi hanno virato verso un aereo russo di passaggio, utilizzandolo come scudo. L’aereo russo è stato abbattuto, uccidendo i 15 Peacekeeper russi che trasportava.

La dichiarazione del ministero della Difesa Russo:

“Lunedì Sera quattro Jet F-16 Israeliani hanno attaccato Latakia arrivando dal Mediterraneo. I jet israeliani sono arrivati a bassa altitudine creando una situazione di pericolo per altri aerei nell’area. I piloti Israeliani hanno usato l’aereo Il-20 Russo come copertura, facendolo apparire come target alle forse Siriane di difesa aerea. Il Il-20 che ha una sezione radar molto più grande degli F-16 è stato abbattuto da un missile del sistema S-200 Siriano. Il ministero della difesa Russo ha sottolineato come Israele fosse a conoscenza dell’aereo Russo presente nell’area, ma ciò non ha fermato la provocazione Israeliana. Israele ha anche fallito nell’avvisare Mosca dell’attacco, notificandoli solo un minuto prima dell’attacco, non lasciando tempo all’aereo Russo di spostarsi dall’area. La Federazione Russa si riserva di rispondere nei tempi e nei modi che preferisce”.
La risposta della Russia.

In risposta all’ennesima violazione di Israele, ma anche di episodi simili da parte di altri paesi nell’area, il ministero della Difesa russo, giovedì 20 settembre ha annunciato la chiusura al traffico aereo e marittimo del Mediterraneo orientale, motivandolo con una nuova “esercitazione militare”. La misura coinvolgerà la regione che va dalle coste siriane e libanesi, fino a Cipro. Cioè la stessa area dalla quale gli F-16 israeliani hanno usato l’aereo russo Il-20 come scudo: queste nuove “esercitazioni” dureranno fino a mercoledì 26 settembre.

Con questa decisione, la Russia va a bloccare ogni attacco dal mare o dal cielo del Libano. Eventuali incursioni aeree o missilistiche potranno ora essere condotte solo dallo spazio aereo israeliano o giordano, impedendo di fatto ogni attacco alle basi militari sulla costa siriana.

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che le due basi aeree e navali russe di Hmeimim e Tartous attiveranno i nuovi dispositivi di monitoraggio. Il quotidiano Al-Watan, riferisce che i dispositivi di sorveglianza elettronica saranno attivi nei due siti russi per contrastare qualsiasi attacco nemico. In particolare l’aeroporto di Hmeimim, che è stato bersaglio di dozzine di attacchi con droni già prima dell’attacco israeliano di martedì 17 settembre.

Dopo l’annuncio dell’istituzione della no-fly zone russa nel Mediterraneo orientale, alcuni osservatori ipotizzano un possibile scontro diretto tra USA e Russia. Il sito israeliano DEBKAfile, specializzato in notizie di Intelligence soprattutto riguardanti il Medio Oriente, sostiene di avere fonti su una possibile frizione tra la portaerei USS Harry S. Truman, la sesta flotta statunitense e la Russia proprio ella no-fly zone russa: “La flotta che trasporta 6.000 militari, nove squadroni di caccia-bombardieri, incrociatori, missili guidati e cacciatorpediniere. Potrebbe essere una prima risposta dell’amministrazione Trump, al dispiegamento da parte della Russia di 25 navi da guerra davanti alla costa siriana”.

Nelle ore successive all’abbattimento dell’aereo russo Il-20, il Pentagono si dissociò formalmente, affermando di non essere stato preventivamente informato da Israele. Anche la Francia, che la Russia aveva inizialmente indicato, negò formalmente ogni coinvolgimento. Sulla scorta di queste dichiarazioni, vogliamo sperare non si verifichi quel pericoloso faccia a faccia tra Russia e Stati Uniti, tanto a lungo agognato dall’ex-presidente Barack Hussein Obama.

Luciano Bonazzi

Fonti: i link esterni che trovate nell’articolo