Putin, Soviet Revolution and History//Putin, Rivoluzione Sovietica e la Storia – Video


Il presidente Putin alla celebrazione del giorno dell’unità nazionale Foto Alexei Nikolski – AFP/Getty Images A destra la locandina ufficiale dei 100 anni della Rivoluzione d’Ottobre. ©www.gz.diarioliberdade.org

Dall’inizio del suo mandato, Vladimir Putin, ha dimostrato notevoli qualità d’analisi, riguardo agli assetti mondiali, ma anche, ovviamente e soprattutto, in quelli interni al suo paese. Lo scorso anno, il presidente russo aveva dichiarato di possedere ancora la tessera del PCUS, di non averla bruciata, ma di conservarla in casa. Per comprendere bene il suo pensiero, proponiamo il seguente video tradotto dall’amica Irina Osipova.


Putin su Lenin e il comunismo

Questi sono alcuni stralci delle frasi più belle pronunciate da Putin in questa intervista “…mi piacevano e ancora mi piacciono le idee comuniste, socialiste… le idee sono molto buone, uguaglianza, fratellanza, felicità… ma il nostro Stato non assomigliava alla Città del Sole…”.

In generale, questioni come quella dell’inumazione della mummia di Lenin e sull’abolizione dell’anniversario della Rivoluzione russa o dei simboli comunisti, è un dibattito che appassiona più l’occidente che il popolo russo. Infatti, secondo i sondaggisti, in Russia vi sono due fazioni contrapposte composte da favorevoli e contrari, ma anche una grande massa silenziosa che prova irritazione verso chi mette in discussione l’ordine costituito. La tendenza della società russa, consta nel non porsi il problema, un atteggiamento tradizionalista, al di la dell’assetto sociale capitalista, di quanti pensano che conservare stelle rosse e falci e martello su monumenti, palazzi, bandiere e divise militari, non sia materia di discussione.

La parata del 7 novembre 2016, come si può notare, i simboli non sono messi in discussione. Fermo immagine ©www.youtube.com

Il processo critico verso quelli che furono i crimini del comunismo, in Russia si è consumato trent’anni or sono, oggi la popolazione può viaggiare liberamente, fare affari in patria e nel mondo, i media possono criticare il governo e l’offerta partitica è più che ampia. Va detto inoltre, e lo facciamo da Bologna, città dove nel dopoguerra si crebbe a pane e Unione Sovietica, che i russi, ideali eredi di quella potenza, non sono cambiati granché, restando tradizionalisti, identitari e restii a buttar via la loro storia.

I 100 anni della Rivoluzione d’Ottobre, Vladimir Putin li ha celebrati lavorando e incontrando la Commissione Tecnico Militare per fare il punto sulla situazione in Siria e nello scacchiere geopolitico internazionale. Il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato che il presidente ha trascorso questa data riflettendo sugli aspetti positivi e negativi rappresentati dalla Rivoluzione del 1917. In ottobre, Putin aveva dichiarato: “Dobbiamo chiederci: non sarebbe stato possibile seguire un percorso evolutivo piuttosto che passare attraverso una rivoluzione?” aggiungendo che le rivoluzioni sono sempre causate dal conflitto tra conservatori e progressisti concludendo che se la Rivoluzione Bolscevica fece sì balzare la Russia dal Feudalesimo al XXmo Secolo, non bisogna dimenticare che: “Falciò milioni di vite e distrusse lo Stato”

Oggi, anche grazie a pubblicazioni quali Il libro nero del comunismo, curato dello storico Stéphane Courtois, il numero dei morti per mano comunista e socialista è stato stimato in 100 milioni di vittime. Questo numero impressionante è stato individuato attraverso l’analisi dei saggi scritti dai ricercatori del Centre National de la Recherche Scientifique. Il libro di Courtois raccoglie metodicamente i dati dei crimini compiuti dai regimi comunisti nel mondo, anche se alcuni studiosi hanno trovato discutibile l’inserimento di tutte le esecuzioni, compresi i condannati per crimini comuni. Per quanto riguarda il numero delle vittime degli episodi trattati nel testo, alcune fonti contengono cifre inferiori ma comunque enormi: un autentico olocausto!

Noi che viviamo in una società altamente civilizzata, nella quale non abbiamo nemmeno il coraggio di tirare il collo a una gallina, restiamo allibiti davanti a numeri enormi come quelli denunciati da Stéphane Courtois. Non è lecito giustificare ma interrogarci su tutti gli aspetti della storia umana. Se la Russia e tutti gli stati che tentarono di evolversi in senso comunista da condizioni di servitù della gleba, schiavitù, colonizzazione, sono responsabili di 100.000 di morti documentati, altre situazioni ideologiche, quanti morti hanno fatto? Per praticità resteremo in superficie: quanti morti potremo imputare alla grande civiltà ellenica, quante persone saranno state uccise da Alessandro Magno mentre esportava la democrazia greca nel mondo? Quanti popoli hanno sterminato gli Assiro-Babilonesi e gli Egizi mentre imponevano i loro concetti di società progredita? A quante persone ha cagionato la morte l’espansione della civiltà Romana, il concetto cristiano sociale di Carlo Magno, il Sacro Romano Impero, il Cristianesimo, l’Islam quando conquistò Asia e Africa?

In epoche più recenti, quanti morti hanno fatto la Rivoluzione Francese e Napoleone Bonaparte? Lasciando in pace Hitler e i vari leader di destra del novecento che sono esattamente contabilizzati, qualcuno sa quante vittime hanno mietuto gli Stati Uniti in 233 anni di guerre imperialiste su 241 anni di esistenza? Per quanto riguarda gli USA, basti considerare 100 milioni di nativi americani, un milione di filippini e chi ha le risorse, il tempo e la pazienza dello storico Stéphane Courtois, potrebbe arrivare a numeri di qualche centinaio di milioni di esseri umani.

In conclusione, prendendo atto che da ogni rivoluzione, guerra o invasione, abbiamo tratto una lezione che ci ha obbligato a progredire, oggi comprendiamo che l’umanità deve maturare, sforzandosi di migliorare senza uccidere… Ma quanti saranno i morti ammazzati dal Sistema Capitalista?

Luciano Bonazzi