Regno Unito: trovato pene dell’antica Roma

Statuetta di Priapo, un’antica divinità greca e romana

Molti scrittori dell’antica Roma come Marco Terenzio Varrone (116 a.C. – 27 a.C.) e Plinio il Vecchio ( 23 – 79 d.C.) hanno descritto l’uso della rappresentazione del pene, quale potente amuleto in grado di proteggere dal male. Raffigurazioni del membro maschile, sono state rinvenute in tutto l’Impero Romano e tutti gli studiosi concordano nel ritenere venissero realizzate contro la sfortuna. Una delle più importanti scoperte il tal senso è avvenuta nel Kent, una contea dell’Inghilterra il cui nome deriva dal in latino Cantium. Si tratta di un ciondolo d’argento a forma di pene che veniva indossato grazie a una catenina intorno al collo, rinvenuto da una metal detectorista. L’oggetto risale a circa 1.800 anni fa, è lungo circa 3 centimetri ed è sormontato da un minuscolo anello attraverso il quale passava la catenina. Il pene risale al periodo nel quale i romani dominavano l’Inghilterra: un’epoca compresa tra il 42 e il 410 d.C.

Gli amuleti romani a forma di pene non sono rari e diverse versioni sono state rinvenute in tutta la Gran Bretagna. Ciò che rende peculiare il pene del Kant, è il fatto che sia in argento, perché tutti gli altri rinvenuti erano realizzati in lega di rame. Lori Rogerson, ufficiale responsabile del Portable Antiquities Scheme (PAS), un programma gestito dal British Museum e dal National Museum Wales, riguardo al pene ha scritto: “Essendo un metallo di qualità superiore rispetto alla lega di rame, si potrebbe pensare che l’argento rafforzasse le capacità protettive del fallo. Sappiamo che i bambini erano protetti da questi dispositivi apotropaici, poiché si riteneva avessero il potere di fermare il male. Altre prove archeologiche suggeriscono che il loro uso in Gran Bretagna era molto diffuso all’interno dell’esercito romano”.

Cyril Dumas, uno studioso del Musée Yves Brayer, con base a Les Baux-de-Provence, in Francia, ha spiegato che ciondoli simili venivano utilizzati indifferentemente da uomini, donne, bambini e animali romani, per scongiurare il cosiddetto malocchio: “Questo amuleto è contro gli effetti del ‘malocchio’, che è una personificazione della sfortuna”. Per quanto riguarda il metallo del gioiello, forse la persona che lo aveva acquistato riteneva fondamentale la qualità superiore del metallo. Riguardo al metallo di qualità superiore, Rob Collins, project manager e coordinatore della ricerca presso la Newcastle University’s School of Storia, classicità e archeologia ha commentato: “Sospetto che l’argento avesse anche proprietà magiche o affiliazioni ad esso associate come materiale”.

La metal detectorista Wendy Thompson, cui va il merito della scoperta, aveva trovato l’amuleto il 31 dicembre 2020 e né segnalò la scoperta al succitato Portable Antiquities Scheme, programma di volontariato archeologico gestito dal governo del Regno Unito. Il programma aveva relazionato sul reperto e da allora il manufatto è sottoposto a un processo richiesto dalla legge britannica, che comporterà l’introduzione del pene romano in una delle collezioni museali della Gran Bretagna.

 

Col. Luciano Bonazzi

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