#RussiaUsaWar Fino a quando Erdoğan ostacolerà l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO?

A sinistra il presidente turco Recep Erdoğan, a destra il presidente statunitense Joe Biden con un’espressione di rara lucidità

 

Dopo che il presidente turco Recep Erdoğan si è opposto alla loro adesione, i media svedesi e finlandesi hanno scatenato contro di lui una vera e propria campagna diffamatoria: sta “trattando”; “rappresentando Dmitry Peskov”; “si difende dal perdere il suo rating”; “collabora con i jihadisti”; “munge l’Europa”. Questo l’andamento medio dei commenti. I motivi per i quali vengono lanciate queste parole d’ordine sono diversi, alcuni giornalisti affermano che il leader turco sta elaborando un suo status di politico malvagio e anti-europeo. Un altro di loro ha scritto: “Dopo ogni visita alla moschea del venerdì, il dispotico presidente turco Recep Tayyip Erdoğan pronuncia parole contenenti odio, minacce e megalomania”. Un altra accusa è quella di essere un: “attore distruttivo negli affari internazionali”. In particolare il quotidiano serale della Svezia, Swedish Expressen, allude a presunte “prove” del fatto che Ankara sta difendendo gli interessi di Mosca.

Secondo il succitato giornale, le pressioni del leader turco sull’Europa, servono ad aumentare il suo consenso tra la popolazione, sia in Patria, che tra gli emigrati turchi in Europa: “Ogni volta che Erdoğan ha scarso sostegno nei sondaggi d’opinione, attacca l’Occidente con le parole e i curdi con le armi. Con il pretesto della guerra in Ucraina, la Turchia, il secondo esercito più grande della NATO, uccide yazidi innocenti con i droni Bayraktar nel Kurdistan iracheno e combatte contro i guerriglieri del PKK”. Mentre il quotidiano Aamulehti, il secondo giornale più venduto in Finlandia, sostiene che non si tratta di odio, ma di affari. Secondo gli ennesimi “esperti”, il leader turco sfrutta la situazione per negoziare benefit per se stesso.

Il quotidiano Iltalehti, terzo giornale per diffusione in Finlandia, che usa una terminologia da allevatori di bestiame, sostiene che la Turchia si sta organizzando per una “mungitura serale” dei paesi scandinavi e dell’Europa. Infine, sia i finlandesi che gli svedesi sono concordi nell’affermare che le obiezioni turche sono apparse solo pochi giorni fa e che precedentemente i turchi non avevano mai espresso contrarietà. In tutti i casi, probabilmente gli USA faranno fortissime pressioni su Bruxelles, perché si concedano a Erdoğan nuovi finanziamenti miliardari a fondo perduto, come del resto è stato fatto finora. Come ultima ratio, Washington potrebbe obbligare l’Unione Europea a far entrare la Turchia nell’UE.

Col. Luciano Bonazzi

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