Scoperta: diamanti e acqua ricavati dalla plastica

(Photo courtesy: Greg Stewart/SLAC National Accelerator Laboratory) 

 

Nel corso di un sorprendente esperimento scientifico, un gruppo di ricercatori ha individuato un nuovo impego per la plastica. Gli scienziati, utilizzando un laser ultrapotente, hanno fatto esplodere della plastica comune, quella più economica, trasformandola in minuscoli “nanodiamanti”. L’esperimento ha dato conferma dell’esistenza di un nuovo tipo di acqua dagli stessi definito “esotico”. Questa nuova ricerca è stata ispirata da pianeti giganti del ghiaccio come Nettuno e Urano. I risultati potrebbero così confermare l’esistenza della “pioggia di diamanti” sui pianeti ghiacciati del nostro sistema solare e dare una spiegazione sul perché questi mondi gelidi hanno campi magnetici anomali. Ovviamente questa tecnica di brillamento laser potrebbe trovare vantaggiose applicazioni sul nostro pianeta, che come sappiamo è letteralmente invaso da rifiuti di plastica.

I nanodiamanti generati dal laser misurano per l’appunto pochi nanometri, cioè miliardesimi di metro. All’atto pratico possono essere utilizzati per il loro potere di trasformare l’anidride carbonica in altri gas. Inoltre, secondo il fisico e coautore dello studio Dominik Kraus, potrebbero trovare un utilizzo anche in campo farmaceutico: “I nanodiamanti potrebbero anche essere usati come sensori quantistici ultrapiccoli e molto precisi per la temperatura e i campi magnetici, il che può risultare in una miriade di applicazioni”. Per anni, gli scienziati planetari sospettavano che all’interno di pianeti ghiacciati come Nettuno e Urano si formassero diamanti in grado di “piovere” su questi mondi.

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I ricercatori, per riprodurre la fattibilità del processo, hanno preso un foglio di plastica di polietilene tereftalato (PET), cioè quello delle bottiglie di plastica. Dopodiché hanno utilizzato il laser ottico ad alta potenza dello strumento Matter in Extreme Conditions nello SLAC National Accelerator Laboratory. Puntando sul PET il raggio, hanno portato la temperatura della plastica fino a circa 6.000 gradi Celsius. L’enorme riscaldamento durato pochi miliardesimi di secondo, ha generato una pressione milioni di volte maggiore di quella dell’atmosfera terrestre. Questa pressione ha “scioccato” la plastica, e ha provocato la riconfigurazione degli atomi di carbonio nella plastica in una struttura cristallina. Il fisico Kraus ha spiegato: “Abbiamo visto una formazione molto efficiente di nanodiamanti all’interno della plastica compressa entro la scala temporale dei nostri esperimenti, in soli pochi nanosecondi”.

L’altro aspetto dell’esperimento riguarda invece la succitata acqua “esotica”. Questa ricerca avrebbe rivelato che alle temperature e alte pressioni presenti sui mondi ghiacciati  si genera un ghiaccio d’acqua superionico. Questa strana forma di acqua permette ai protoni di muoversi attraverso un reticolo di atomi di ossigeno, che su pianeti come Urano e Nettuno genererebbe i loro peculiari campi magnetici. I risultati della ricerca avranno applicazioni commerciali, poiché il nuovo metodo per creare diamanti di dimensioni specifiche e più pulito di quelle usate finora. Fra qualche anno, sarà anche possibile visitare i pianeti ghiacciati del sistema solare e magari sfruttare commercialmente i diamanti e l’acqua esotica. In conclusione Kraus ha detto che in questa ottica: ” …entro il prossimo decennio, una nuova sonda spaziale della NASA sarà lanciata su Urano”.

Col. Luciano Bonazzi

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