Trump: stop alle esercitazioni militari in Corea


Come annunciato da Donald Trump al vertice di Singapore, il Pentagono sospende “indefinitamente” le esercitazioni congiunte con la Corea del Sud.

Lo stop ai programmi bilaterali di formazione militare con la Corea del Sud, prevede l’immediata sospensione dell’operazione “Ulchi Freedom Guardian” programmata per agosto. Questa decisione fa parte dell’accordo sottoscritto il 12 giugno scorso a Singapore, tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader della Repubblica popolare democratica di Corea (DPRK), Kim Jong Un.

Il ministro della Difesa statunitense Jim Mattis, ha dichiarato che oltre alle manovre annuali congiunte del prossimo agosto, questa decisione si applicherà anche alla formazione militare fornita dagli USA alla marina sudcoreana. Le altre principali manovre annuali congiunte, la Key Resolve / Foal Eagle, si sono svolte nella scorsa primavera. Per la “Ulchi Freedom Guardian” di agosto ora sospesa, era prevista la mobilitazione di ben 17.500 militari statunitensi per la durata di undici giorni.

La sospensione delle attività militari, coordinata coinvolgendo anche la Corea del Sud, è stata decisa, come ha detto Mattis: “…per sostenere l’attuazione dei risultati del vertice di Singapore. Un ulteriore processo decisionale dipenderà dal fatto che la Corea del Nord continui a perseguire negoziati produttivi in ​​buona fede” e ha aggiunto che rappresenta un segnale utile per i prossimi negoziati, che verranno condotti dal Segretario di Stato Mike Pompeo.

In passato, l’esercitazione “Ulchi Freedom Guardian”, era considerata da Pyongyang, preliminare a un’invasione della Corea del Nord e, riferendosi alle manovre effettuate nella scorsa primavera, una violazione dello spirito della dichiarazione Panmunjom. All’epoca dei fatti, le manovre rischiarono di far saltare il patto preliminare firmato il 27 aprile tra Kim Jong Un e il presidente della Corea del Sud Moon Jae-in.
Durante il vertice di Singapore, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nell’annunciare la sospensione delle manovre militari, aveva dichiarato di considerarle “molto costose e provocatorie”, aggiungendo tuttavia di essere pronto a riprenderle, qualora i negoziati dovessero fallire.

Luciano Bonazzi