#UE: Teschi africani all’asta

Al peggio non c’è mai fine, apprendiamo purtroppo che ammonterebbero a 18.000 i teschi umani in possesso della sola Francia, altre decine di migliaia sono invece dislocati nei vari paesi europei con un passato coloniale. Si tratta di resti umani provenienti in buona parte dall’Africa, ma anche da altri continenti. Mentre una parte dei teschi umani sono già stati restituiti ai Paesi d’origine, altri, secondo una meticolosa inchiesta del New York Times vengono venduti all’asta. Un articolo sulla vicenda è stato pubblicato dal quotidiano statunitense il 28 novembre 2022, secondo il NYT nel seminterrato di un museo di Parigi, sono conservati 18.000 teschi di africani, aborigeni australiani e indiani d’America. Anche il Belgio è stato una potenza coloniale, ebbene si è appreso che recentemente a Bruxelles sono stati messi in vendita tre teschi presumibilmente di schiavi africani.

La macabra asta, si è interrotta il 29 novembre scorso, dopo la pubblicazione dell’articolo di Michel Bouffioux, giornalista di Paris Match Belgium, che dal 2018 indaga sulle sorti dei resti umani dell’era coloniale. In Olanda, oggi Paesi Bassi, sarebbero presenti circa 40.000 resti umani, che l’anatomista e medico olandese Eugène Dubois trasferì dall’Indonesia nel XIX secolo. Altre ex potenze coloniali hanno comunque restituito teschi e altri resti umani ai paesi d’origine, tra queste Germania, Gran Bretagna. La Germania nel 2011 ha restituito 20 teschi alla Namibia e nel 2018 altri resti risalenti ai massacri di Hereros e Namas: questi ultimi erano due gruppi etnici per il cui genocidio Berlino si è scusata nel 2021. I Paesi Bassi nel 2009 hanno invece restituito la testa mozzata e conservata in formaldeide del re ghanese Badu Bonsu II, decapitato nel 1838.

Il cranio del sovrano africano venne scoperto per caso da uno scrittore, che rinvenne la reliquia nelle collezioni di anatomia della Leiden Medical School olandese. Il Pitt Rivers Museum di Oxford nel Regno Unito, dal 2017 ha restituito alla Nuova Zelanda i primi 2.000 resti umani che custodiva, tra cui sette teste Maori tatuate e mummificate. Mentre il British Museum detiene ancora 6.000 resti umani risalenti all’impero britannico, altri 18.000 resti si trovano nel museo Duckworth Laboratory, mentre il Museo di storia naturale britannico ne possiede otre 25.000. Nessuno dovrebbe dimenticare le atrocità generate dal passato coloniale in continenti come l’Africa, vedi ad esempio le membra di rivoluzionari africani portati in Europa come trofeo. Addirittura veniva detenuto dal Belgio, quale trofeo, un dente di Patrice Lumumba, l’ex premier congolese.

Il dente di Lumumba venne poi restituito alla sua famiglia nel giugno 2022, mentre i teschi delle vittime nordafricane della guerra d’Algeria sono ancora detenuti dalla Francia. Se la succitata Casa d’aste Vanderkindere di Bruxelles è stata costretta ad annullare la vendita dei tre teschi di africani, uccisi a fine ‘800 nell’odierna Repubblica Democratica del Congo, non va dimenticato che questo tipo di vendite, vergognosamente non è vietato. Altresì, Parigi dovrebbe restituire i teschi dei combattenti della resistenza algerina, Londra quelli degli eroi nazionali dello Zimbabwe detenuti nei musei britannici e riguardo alla messa all’asta di resti umani non bastano le scuse formali di una casa d’aste che ha dichiarato: “Offriamo ancora una volta i nostri più profondi rimpianti a chiunque sia stato ferito e offeso dalla quotazione di questo lotto”… capito? Un lotto

 

Col. Luciano Bonazzi

Articoli precedenti QUI