Venezuela sventato l’ennesimo tentativo di golpe occidentale

Caracas: Agli inizi del mese di maggio, mentre il presidente Nicolás Maduro era impegnato a reperire i dispositivi sanitari atti a contrastare il coronavirus, l’imperialismo occidentale non stava certo a dormire. Il Venezuela sta affrontando la pandemia con armi “spuntate”, persistendo l’embargo occidentale contro la Repubblica Bolivariana. A rendere noto alla stampa internazionale l’ennesimo tentativo di golpe, è stato il ministro degli Interni e della Giustizia venezuelano, generale Nestor Reverol. Rivolgendosi ai giornalisti, Reverol ha annunciato che nelle prime ore del mattino, l’intelligence venezuelana aveva sventato un’invasione via mare, in prossimità del porto di La Guaira, sulla costa di Caracas. Durante lo scontro armato, 8 contractors erano stati uccisi, altri feriti, altri ancora erano stati arrestati.

I golpisti fermati, considerati terroristi dal governo venezuelano, provenivano dalla vicina Colombia: “Questi terroristi hanno cercato di entrare in motoscafi lungo le coste dello stato di La Guaira, ma grazie all’azione tempestiva ed efficace della Forza Armata Nazionale e della Polizia Bolivariane, alcuni sono stati abbattuti e altri arrestati”.

Il reporter Román Camacho ha riferito di 8 morti, tra cui il capitano Robert Colina , alias “Pantera” e di 2 golpisti arrestati. Al termine dell’operazione sono stati sequestrati 10 fucili, 1 pistola Glock da 9 mm, 2 mitragliatrici AFAG. Il capitano Colina, era stato il capo chavista della sicurezza dell’ex ministro della Andrés Izarra, quando questi era responsabile del dicastero delle Comunicazioni e Informazioni. Due mesi fa, l’attuale ministro delle comunicazioni, Jorge Rodríguez, aveva collegato il capitano Robert Colina al piano di cospirazione organizzato in Colombia dal generale Cliver Alcalá Cordones, poi arrestato con l’accusa di traffico di droga.

Dopo il tentato golpe di La Guaira, è stato diffuso un video che mostrava il capitano Antonio José Sequea auto-dichiararsi comandante dell’azione. Sostenendo che la sua missione fosse quella di “porre fine alla tirannia, all’oppressione, ripristinare libertà e democrazia per il popolo venezuelano”. Sequea aveva poi lanciato il seguente appello: “fratelli in armi, militari, agenti di polizia, è giunto il momento… che tu decida e ti posizioni dalla parte del nobile e glorioso popolo del Venezuela”.

Il capitano Antonio José Sequea è un’ex membro della Guardia Nazionale, e un anno fa, con altri militari, partecipò all’insurrezione militare contro il Governo Bolivariano. Fallito quel tentativo, rimase nascosto per mesi e cerca di attuare “un golpe militare” per rovesciare Maduro. Contro Sequea, il procuratore generale Tarek William Saab, ha da tempo emesso un mandato di arresto, per i suoi “crimini di tradimento, traffico illecito di armi da guerra, terrorismo, tentato omicidio e associazione”.

Luciano Bonazzi

Fonte: nodal.am