#Coronavirus Restate a casa! Altrimenti potreste vedere come ha ridotto i nostri ospedali la cura UE

Pazienti contagiati ammassati in stanza a meno di 1 metro l’uno dall’altro Foto Paolo Barnard

 

Innanzitutto, vogliamo sottolineare il nostro rispetto e ammirazioni per i veri eroi, il personale sanitario che, nonostante le condizioni disperate nelle quali opera, continua ad agire disperatamente e a immolarsi per la salute dei nostri cari. Secondo dati recenti, in Italia, ad oggi sono morti oltre 69 medici. L’epidemia di Covid-19, ha contagiato 10mila sanitari, il 20% dei quali sono medici. Il nostro personale sanitario continua sì a compiere indefessamente il proprio dovere, ma è comunque pronto a scatenare un’offensiva legale contro il governo al termine dell’emergenza. Sindacati come Anaao Assomed, altre sigle e associazioni promettono già un’azione giudiziaria contro l’esecutivo. PDF Anaao.it
Le accuse formulate dal personale sanitario, riguardano la tardiva attivazione delle misure di contenimento, con una parte cospicua di rappresentanti della politica e della società civile, che irrideva chi lanciava l’allarme epidemia. Oltre a ciò, i sanitari denunciano la palese inadeguatezza delle strutture ospedaliere, la mancata prevenzione per il contenimento del virus e la carenza o assoluta assenza dei dispositivi sanitari essenziali.

I volti tumefatti dei nostri infermieri in trincea. immagine adnkronos

Mentre si evidenzia la sottovalutazione se non l’omissione di sicurezza per il personale sanitario, si denunciano le errate tempistiche o l’assenza di tamponi. La difficoltà a reperire i kit infatti non è giustificata, visto che l’esercito USA se ne era procurati 500.000 da un’azienda bresciana, all’inizio della crisi e li aveva trasferiti nel Tennessee. In un altro caso, la Protezione Civile ha consegnato ai sanitari, le mascherine donate dalla Cina e destinate al popolo italiano ad uso “civile”. Tali mascherine gratuite, nelle intenzioni dei donatori, erano dichiaratamente inidonee per la sicurezza dei medici di base, ma vennero assegnate a questi in luogo delle mascherine Ffp2. Tutte queste leggerezze e inadempienze, speriamo avvenute inconsapevolmente e non per risparmiare sulla sanità, hanno pesantemente compromesso la sicurezza o cagionato nocumento al nostro personale sanitario.

In questi giorni, Liguria Notizie e il giornalista Maurizio Blondet già collaboratore di Oggi, il Giornale, Avvenire, hanno pubblicato la drammatica video-testimonianza di una malata, denunciando il mancato utilizzo dei tamponi e la carenza delle strutture sanitarie. Anche Dagospia, pubblicazione web curata da Roberto D’Agostino, denuncia le carenze del governo, puntando il dito sui ritardi nell’ordinativo di respiratori. In particolare, nell’articolo di Carlo Tecce del Fatto Quotidiano, si descrive la vicenda di 2000 respiratori polmonari, sul cui acquisto il governo ha tergiversato per un mese, mentre la gente veniva lasciata morire.

Il documento denuncia intitolato “L’Italia patria della morte non è un caso” divulgato da Paolo Barnard

Anche il giornalista bolognese Paolo Barnard, peraltro laureato in psicologia, quindi con qualche cognizione di causa in campo medico, ha documentato le condizioni nelle quali versa la sanità italiana in un video choc. Il video testimonia in quali condizioni è ridotta la nostra sanità, dopo la riduzione delle risorse agli Ospedali Pubblici. Se nel 1998 i posti letto erano oltre 300 mila, nel 2007, prima della crisi globale del 2008 erano calati a circa 225 mila. Infine, nel 2017, ultimo dato disponibile, erano rimasti poco più di 190 mila posti letto: un taglio di circa 110.000, nonostante i versamenti alla sanità da parte dei cittadini fossero aumentati.

L’analisi della Fondazione GIMBE di Bologna, impegnata in prima fila nel monitoraggio del covid19 e che invitiamo i lettori a sostenere

I tagli peggiori, fatti per supina obbedienza ai diktat dell’Unione Europea, sono stati effettuati nel periodo compreso tra il 2012-15, a partire dal governo di Mario Monti, sostenuto da PDL, Partito Democratico, UDC, FLI di Fini e altri soggetti minori. In quella stagione politica, l’unica opposizione, assolutamente ininfluente con i suoi 80 seggi contro 550, era costituita dall’allora Lega Nord e dall’Italia dei Valori.

La sanità, già minacciata nel ventennio precedente, dopo Monti peggiorò. Dopo di lui, i tagli proseguirono fino al 2015, operati nel segno del più spietato neoliberismo, che diede la spallata decisiva alle già malridotte strutture pubbliche. Una lieve controtendenza, niente di che però, è iniziata timidamente coi governi Conte I e Conte II, un’inversione di tendenza, oggi delusa dal fatto che il premier Giuseppe Conte è totalmente supino al neoliberista e ultra-europeista Roberto Gualtieri.

Il governo, nel suo nuovo assetto politico, nato e proseguito nel segno dell’emergenza di un nuovo avvento del regime fascista [Sic!], continua a procrastinare e ritardare i necessari interventi concreti. Quotidianamente si lanciano proclami, ma in luogo dell’emissione di danaro in favore di poveri, lavoratori e piccola e media impresa, l’esecutivo si accinge a metterci nelle mani degli strozzini del MES.
Tale dispositivo, inviso alla maggioranza dei parlamentari e del popolo italiano, deciso in tavoli di discussione dai quali è esclusa la democrazia, servirà probabilmente ai collaborazionisti dei Franco-Tedeschi, a cedere a basso costo gli ultimi gioielli di famiglia, i beni comuni appartenenti al popolo italiano: Grecia docet!

Luciano Bonazzi

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