#Germany: Aumenta la popolarità del partito anti-immigrazione

Dal Gatestone Institute, riceviamo e pubblichiamo il seguente articolo di Soeren Kern, Pezzo originale in lingua inglese, Germany: Anti-Immigration Party Surges in Popularity, Traduzioni di Angelita La Spada, adattamenti a cura della Redazione.

  • Gli oppositori dell’Afd, che spesso definiscono il partito “di estrema destra” o “estremista”, affermano che i suoi presunti legami con i gruppi neonazisti rappresentano una minaccia esistenziale all’ordine costituzionale della Germania. I sostenitori dell’Afd ribattono che l’establishment tedesco politicamente corretto, per timore di perdere potere e influenza, sta tentando di bandire un partito legittimo che si è impegnato a mettere al primo posto gli interessi dei cittadini tedeschi.
  • “La questione dell’immigrazione è la madre di tutti i problemi”. – Il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer.
  • “L’estremismo non può essere combattuto con l’esclusione, ma valutando i fatti. Chi vuole arrivare ai cittadini preoccupati deve uscire dalle trincee ideologiche.” – Oswald Metzger in Tichys Einblick, un importante blog tedesco.

L’omicidio di un cittadino tedesco commesso a Chemnitz da due migranti la cui richiesta d’asilo era stata respinta e il tentativo di insabbiamento da parte della polizia hanno contribuito ad aumentare l’appoggio al Partito Alternativa per la Germania (AfD) contrario all’immigrazione che, secondo un nuovo sondaggio, ha superato in popolarità il Partito socialdemocratico (Spd) diventando la seconda forza politica della Germania. Il consenso per l’AfD è aumentato attestandosi al 17 per cento, mentre il sostegno per i socialdemocratici è sceso al 16 per cento. L’alleanza tra l’Unione democratico cristiana (Cdu) della cancelliera Angela Merkel e l’Unione cristiano-sociale (Csu) è al 28,5 per cento, secondo un sondaggio dell’Insa Institute pubblicato dal quotidiano Bild il 3 settembre scorso.

L’ascesa dell’AfD – che è stata alimentata dalla rabbia diffusa per la decisione della Merkel di consentire l’ingresso nel paese a più di un milione di migranti per lo più provenienti dall’Africa, dall’Asia e dal Medio Oriente e per il conseguente aumento dei reati violenti – evidenzia un riallineamento in corso nella politica tedesca, in cui gli elettori rifiutano sempre più l’ortodossia multiculturale dei partiti tradizionali. Alle elezioni politiche federali del 24 settembre 2017, l’Unione Cdu/Csu ha ottenuto il 32,9 per cento dei voti, il suo peggiore risultato elettorale in quasi settant’anni. L’Sdp è crollato al 20,5 per cento, incassando il peggior risultato di sempre. Ad Alternativa per la Germania è bastato guadagnare il 12,6 dei consensi per diventare il terzo partito del parlamento tedesco.

I risultati elettorali hanno mostrato che più di un milione dei classici elettori Cdu/Csu hanno votato AfD. A dimostrazione del fatto che le preoccupazioni per le migrazioni di massa non sono limitate agli elettori conservatori, i socialdemocratici di centro-sinistra hanno perso 500mila voti incassati da Alternativa per la Germania, mentre il partito di estrema sinistra Die Link ha perso 400mila elettori. Inoltre, quasi 1,5 milioni di elettori che si sono recati per la prima volta alle urne hanno espresso la loro preferenza a favore dell’AfD. Questa tendenza è continuata, come confermato sistematicamente dai sondaggi di opinione fin dalle elezioni del 2017.

I partiti tradizionali si difendono con ciò che alcuni osservatori affermano essere delle misure subdole, finalizzate a delegittimare – e possibilmente criminalizzare – l’AfD, misure che invocano anche la possibilità che il partito venga sottoposto a sorveglianza da parte dello Stato. Gli oppositori dell’Afd, che spesso definiscono il partito “di estrema destra” o “estremista”, affermano che i suoi presunti legami con i gruppi neonazisti rappresentano una minaccia esistenziale all’ordine costituzionale della Germania. I sostenitori dell’Afd ribattono che l’establishment tedesco politicamente corretto, per timore di perdere potere e influenza, sta tentando di bandire un partito legittimo che si è impegnato a mettere al primo posto gli interessi dei cittadini tedeschi.

Le richieste di monitoraggio dell’AfD da parte dell’intelligence tedesca si sono intensificate nei giorni scorsi, dopo la partecipazione alle manifestazioni di protesta contro l’aumento vertiginoso di crimini commessi dai migranti, organizzate a Chemnitz dei membri di Alternativa per la Germania – proteste in cui erano anche presenti una cinquantina di hooligan e neonazisti. Le proteste sono scoppiate dopo che Daniel Hillig, un 35enne tedesco di origine cubana era stato accoltellato a morte il 26 agosto da due migranti durante un annuale festival cittadino.

La polizia inizialmente si era rifiutata di rivelare le identità dei carnefici, ma il 27 agosto è trapelato sui social media un rapporto della polizia (il documento è stato rimosso dai siti web tedeschi, ma è ancora presente su un sito russo) che mostrava che gli assassini erano due migranti illegali: un iracheno e un siriano. Entrambi avevano parecchi precedenti penali e nonostante questo erano stati autorizzati dalle autorità tedesche a vagare liberamente per le strade del paese. La polizia in seguito ha confermato che il documento trapelato era autentico e ha dichiarato di aver aperto una indagine sulla sospetta “violazione del segreto d’ufficio”.

Migliaia di persone sono scese in piazza per diversi giorni per protestare contro l’omicidio e l’inerzia da parte delle autorità tedesche nei confronti della questione dell’aumento vertiginoso di crimini commessi dai migranti. Le proteste (e le contro-proteste) hanno raggruppato un ampio spettro della società tedesca, inclusi i sostenitori dell’AfD, come pure i membri della cosiddetta “scena di estrema destra”. Verso la fine di una delle marce di protesta, qualche manifestante è diventato violento e ha iniziato a insultare alcuni passanti migranti. Quell’episodio ha poi modellato la narrazione mediatica spostando l’attenzione dai tedeschi che protestavano contro il crimine commesso dai migranti agli attacchi di estrema destra contro migranti innocenti.

Pochi, se non nessuno, dei politici tradizionali tedeschi hanno condannato l’omicidio di Hillig, ma sono stati pronti a denunciare gli attacchi ai migranti. Il 27 agosto, il portavoce del governo Steffen Seibert, in una conferenza stampa nazionale, ha biasimato la “caccia alle persone di apparenza o origine diversa” per le strade di Chemnitz. La cancelliera Merkel gli ha fatto eco dicendo: “Abbiamo registrazioni video di persone che danno la caccia ad altre persone, di assembramenti disordinati, di odio nelle strade, e tutto ciò è inammissibile nel nostro stato di diritto”.

In seguito è emerso che tutte le accuse del governo erano basate su di un video di 19 secondi – dal titolo “Caccia alle persone a Chemnitz” – che è stato postato su YouTube e successivamente trasmesso dall’emittente televisiva pubblica tedesca ARD. Il video mostra un individuo che ne insegue un altro in quello che sembra essere un episodio isolato. Inoltre, un manifestante che ha catturato le prime pagine dei giornali nazionali facendo un saluto nazista alle proteste organizzate a Chemnitz è stato scoperto essere un estremista di sinistra che si era infiltrato nella manifestazione per screditarla. Ma la narrazione mediatica era stata messa in moto.

Il presidente della Commissione Affari interni del parlamento tedesco, Burkhard Lischka (Spd), ha avvertito del pericolo di una guerra civile: “C’è un gruppetto di destra nel nostro paese che porterà le sue violente fantasie di guerra civile nelle nostre strade. Il fatto che nel Bundestag [il parlamento tedesco] un partito plauda a questi eccessi contro i cittadini stranieri come fossero legittima auto-giustizia dimostra che la maggioranza del nostro paese deve alzare ancora di più la voce in merito allo stato di diritto, alla democrazia e alla coesione nella nostra società”.

Il vicepresidente del Bundestag Thomas Oppermann ha chiesto che l’AfD venga monitorato dal servizio d’intelligence interno tedesco, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (Bundesamt für Verfassungsschutz, BfV): “La questione dei rifugiati divide la società e l’AfD cavalca sempre più radicalmente questa onda”. Il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer (Csu) ha ribattuto che ritiene infondata la proposta di monitorare l’AfD. A margine di una riunione a porte chiuse della Csu a Brandeburgo, Seehofer ha difeso i manifestanti di Chemnitz: “Solo perché le persone protestano, questo non le rende naziste”. E ha aggiunto: “La questione dell’immigrazione è la madre di tutti i problemi”.

Il governatore della Sassonia Michael Kretschmer (Cdu) in seguito ha contraddetto le affermazioni del governo: “In questa città, non c’è stata nessuna folla in collera, nessuna caccia collettiva e non c’è stato nessun pogrom”. Il portavoce del procuratore generale della Sassonia Wolfgang Klein ha aggiunto: “Dopo aver esaminato tutto il materiale a nostra disposizione, non c’è stata nessuna caccia a Chemnitz”.

Quando gli è stato chiesto di rettificare le sue affermazioni, Seibert ha replicato: “Non avvierò una discussione semantica su una parola. Ovviamente, se lo dice l’ufficio del procuratore generale, ne prendo atto. Tuttavia, resta un video che mostra come le persone di origine straniera sono state inseguire e minacciate. Resta il fatto che ci sono state dichiarazioni minacciose, simili a una richiesta di giustizia sommaria. Pertanto, a mio avviso, non c’è nulla di cui parlare”.

Come Seibert, anche la Merkel si è rifiutata di fare marcia indietro: “Abbiamo visto delle immagini che rivelano molto chiaramente l’odio e la persecuzione di persone innocenti. Occorre prendere le distanze da questo: non c’è altro da aggiungere”. Scrivendo per Tichys Einblick, un importante blog tedesco, l’analista Oswald Metzger ha sintetizzato così la situazione: “‘In questa città, non c’è stata nessuna folla in collera, nessuna caccia collettiva e non c’è stato nessun pogrom’. Il governatore della Sassonia Michael Kretschmer (Cdu) ha chiaramente corretto le informazioni quasi isteriche e false riportate da innumerevoli mezzi di informazione di spicco sui fatti di Chemnitz dopo l’accoltellamento a morte. Persino la cancelliera e il suo portavoce di governo, come tutti sappiamo, hanno trasmesso queste false notizie all’opinione pubblica e le hanno così divulgate.

“Da molto tempo, molti cittadini di tutti i ceti sociali hanno notato che i problemi relativi all’integrazione degli immigrati di terza e quarta generazione sono aumentati, e non sono più di lieve entità – soprattutto fra i turchi. L’immigrazione di massa degli ultimi tre anni, in nome del ‘diritto di asilo’, ha aumentato significativamente la paura di società parallele, della criminalità e dell’alienazione culturale. Se penso alle accuse spesso indifferenziate e generalizzate contro ‘la Chemnitz marrone’ [marrone è il colore del nazismo], allora i partiti istituzionali non dovranno chiedersi perché, quasi senza eccezioni, continueranno a perdere voti a favore dell’AfD”.

“Quando i cittadini preoccupati sono sempre più stigmatizzati come nazisti – le accuse che, per inciso, nel loro eccessivo uso equivalgono a una spudorata banalizzazione dei crimini nazisti – spesso rispondono con l’osservazione indifferente: ‘Bene, allora sono soltanto un nazista!’ L’estremismo non può essere combattuto con l’esclusione, ma valutando i fatti. Chi vuole arrivare ai cittadini preoccupati deve uscire dalle trincee ideologiche”.

Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York.