#Orban Sale la tensione tra Ungheria e Ucraina

Budapest minaccia Kiev di ritorsioni per le violenze in Transcarpazia

La nuova legge sull’istruzione in Ucraina, mira a vietare alle minoranze del paese il tradizionale multilinguismo. In particolare, i rapporti tra Budapest e Kiev si stanno facendo sempre più tesi, e rischiano di trasformare la Transcarpazia, regione ungherese annessa all’Ucraina nel dopoguerra, in una zona di conflitto. Circa un anno fa, il parlamento ucraino ha stabilito il primato della lingua ucraina su Ungherese, Polacco, Russo, Rumeno e altre lingue storiche, a partire dalla 5ᵃ classe primaria. Quelle che il regime di Kiev definisce minoranze, in realtà sono popoli annessi dopo il crollo dell’URSS, all’Ucraina.

In seguito alla decisione dei neonazisti al potere a Kiev, l’Ungheria ha minacciato l’Ucraina di porre nei suoi confronti il veto alle riunioni di Unione Europea e NATO. Dopo le notizie di violenze perpetrate dagli ultra-nazionalisti ucraini contro la minoranza ungherese, secondo la collaudata strategia che Kiev applica dal 2014 contro i russofoni del Donbass, la situazione ora rischia di precipitare.

Infatti, il primo ministro ungherese Viktor Orbán, ha chiesto ai suoi consiglieri di sviluppare un piano d’intervento militare in Transcarpazia per proteggere gli ungheresi d’Ucraina, qualora si rendesse necessario. Dopo la minaccia dell’intervento armato e in seguito al veto annunciato da Budapest che blocca la partecipazione dell’Ucraina al prossimo vertice NATO, Kiev ha finto di voler tornare tornare sui suoi passi per calmare Orbán.

Miliziani nazisti di Pravy Sektor scatenano disordini in Transcarpazia dal 2015

In vista delle crescenti minacce contro gli ungheresi di Ucraina, Budapest ha annunciato che prenderà la Transcarpazia sotto la sua protezione, sostenendo pubblicamente che la regione è di fatto autonoma e assegnando passaporti ungheresi agli abitanti della regione. Ad ora, oltre 100.000 persone sono in possesso di passaporto e cittadinanza ungherese in Ucraina.

La giunta di Kiev, invece di risolvere la crisi con la diplomazia, lasciando perdere il suo progetto, ha invece permesso che gli ultranazionalisti ucraini si lasciassero andare a provocazioni. Gli ucraino-ungheresi, hanno dovuto subire minacce personali e alcuni miliziani nazisti non hanno esitato a stracciare una bandiera ungherese in Transcarpazia. L’intervento della polizia locale, ha poi evitato che questo gesto sfociasse in violenze, ma è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Transcarpazia, 2016 la marcia del Battaglione Azov contro gli “occupanti ungheresi”

Ora la situazione è peggiorata, tanto che nella scorsa estate, il governo ungherese ha dato vita a un ministero per la Transcarpazia, responsabile dello sviluppo della regione. Da parte sua Kiev ha chiesto chiarimenti a Budapest sul ministero, dichiarando pubblicamente di essere pronta a inviare l’esercito.

Insomma, ogni azione, in questa vicenda, invece di calmare la situazione, getta continuamente benzina sul fuoco. Il risultato è che ora, non sono più ultra-nazionalisti a minacciare la minoranza ungherese, ma polizia ucraina e SBU (il servizio segreto ucraino). Questi, hanno intrapreso una campagna di eliminazione delle bandiere ungheresi dalla Transcarpazia: In risposta, gli abitanti di Mukachevo hanno strappato a loro volta una bandiera ucraina.

Ovviamente è colpa di Putin!

Il ministro degli Esteri ucraino, Pavel Klimkin, ha affermato che la Transcarpazia potrebbe diventare un nuovo Donbass e tanto per cambiare, ha accusato la Russia di essere responsabile delle tensioni nella regione.  Da parte loro, i miliziani nazisti ucraini hanno iniziato a schedare le persone con doppia nazionalità ungherese e ucraina sul sito Myrotvorets. Nell’elenco, gli appartenenti alla minoranza ungherese vengono definiti nemici dell’Ucraina, accusa che li pone in pericolo di divenire bersagli di fanatici come i seguaci ideologici di Stepan Bandera. Va ricordato che diverse persone, tra cui il giornalista Oles Bouzina, sono state assassinate dopo che i loro dati personali sono stati pubblicati su questo sito. Per non parlare di tutti quelli che sono stati attaccati o minacciati di morte come il giornalista inglese Graham Phillips.

L’Ungheria ha intanto denunciato alle Nazioni Unite, per voce del ministro degli esteri ungherese Péter Szijjártó, che il servizio segreto ucraino ha filmato illegalmente l’interno del consolato ungherese a Beregovo: “Condurre operazioni d’intelligence sul territorio di missioni diplomatiche di altri paesi è inaccettabile, contrario alle regole e alle leggi sui rapporti bilaterali, l’ Ucraina viola le leggi internazionali, togliendo diritti alle minoranze etniche”.

Il ministro ungherese per gli affari e il commercio Péter Szijjártó.

Szijjártó ha poi proseguito stigmatizzando il comportamento della giunta di Kiev: “Assistiamo a una campagna atta a seminare odio contro la popolazione ungherese dell’Ucraina. La doppia cittadinanza è un fenomeno comune in Europa. Molti paesi consentono la doppia nazionalità”. A fronte delle minacce di Kiev di espellere il console ungherese, Budapest ha minacciato ritorsioni: “Il mio collega ucraino mi ha chiesto di richiamare il nostro console” – [Per via del video che mostrava la distribuzione dei passaporti ungheresi in Transcarpazia NDR] – “ho risposto che non ne vedevo il motivo, dal momento che non aveva violato il diritto ungherese o internazionale. Egli ha risposto che l’Ucraina lo avrebbe espulso. Ho risposto, bene, ma non rimarrà senza risposta. Espellerò un diplomatico ucraino dello stesso livello dall’Ungheria”, ha detto Szijjártó. Il ministro ungherese ha anche denunciato Kiev di ammassare le truppe sul confine con l’Ungheria, che ricordiamolo, è paese membro della NATO.

Insomma, nell’ultimo anno, la situazione diplomatica tra i due paesi s’è aggravata, al punto che la tensione potrebbe aumentare fino allo scoppio di un conflitto. Se scoppierà davvero la guerra per la Transcarpazia, l’Ucraina rischierà la disgregazione, visto che gran parte del suo territorio in passato apparteneva a: Cecoslovacchia, Polonia, Romania, Russia e Ungheria.

Se Kiev non cesserà immediatamente la sua deriva neonazista, potremo assistere a una guerra simile a quella che ha dissolto la ex Jugoslavia.

Luciano Bonazzi

Fonti: i link che trovate nella’articolo e Dnipress.com