#KosovoIsSerbia Cina e Russia aiutano la Serbia minacciata a difendesi

Il presidente Vladimir Putin e il primo ministro serbo Aleksandar Vucic foto sputniknews

 

Forse siamo rimasti in pochi a ricordare la scellerata aggressione NATO del 1999 e la strage di bambini serbi il cui sangue ricade anche sull’allora premier italiano Massimo D’Alema, il boia impunito di Serbia. Poco tempo dopo, la Serbia subì anche la sottrazione del Kosovo, regione serba dove nacque il cristianesimo Serbo-Ortodosso, nella quale, in sfregio, l’occidente creò un Califfato Islamico con funzioni di stato canaglia per i maneggi di Pentagono, CIA e mafie.

Fatta questa premessa, va da se che dovendo aggiornare il proprio esercito, la Serbia non può certo rivolgersi ai propri carnefici, Leonardo s.p.a non gliene voglia, ma si è rivolta a quelle che sono le sue uniche nazioni amiche. Quindi non sorprende che domenica 26 luglio, il primo ministro serbo Aleksandar Vucic, abbia sostenuto la necessità di rafforzare le forze armate del paese, acquistando alcuni aerei da guerra Sukhoi-25. Si tratta di un velivolo da attacco concepito all’epoca dell’URSS, particolarmente specializzato nell’attacco a carri armati, che gli esperti hanno battezzato “Il martellatore di carri Sovietico”.

Il presidente Vucic, per quel che può valere per Stati Uniti e NATO, ha comunque voluto precisare che è sua assoluta intenzione, preservare la status serbo di nazione neutrale. Tuttavia, l’acquisto di questa tipologia di aerei, ha lo scopo dichiarato di salvaguardare la sicurezza nazionale della Serbia, dal momento che la NATO sta finanziando pesantemente il Kosovo, al quale gli Stati Uniti hanno recentemente consegnato nuovi veicoli blindati.

Tra i sistemi di difesa vi è anche l’acquisto del sistema missilistico semovibile Pantsir S1, con funzioni terra-aria di media portata e di artiglieria antiaerea. Questo sistema d’arma prodotto in Russia, va ad aggiungersi ai jet da combattimento, ai veicoli corazzati, oltre all’acquisto di droni militari cinesi. Il rafforzamento della difesa serba, è giustificato dalla recente adesione della già neutrale Macedonia alla NATO e dalla militarizzazione occidentale del Kosovo, che obbligano Belgrado a mettere le mani avanti.

Da parte loro sia Mosca che Pechino, a fronte dei cambiamenti nei Balcani, è naturale vogliano mantenere una presenza all’interno di questo scacchiere geopolitico. Al momento l’unico obiettivo delle due superpotenze, è dunque quello di contrastare e limitare il crescente espansionismo Atlantico-Statunitense.

Luciano Bonazzi

Le fonti, che coinsistono in dati, sono balkaninsight.com oltre ai link esterni inseriti nel testo.