Mentre USA e UE impongono sanzioni, l’Armata russa annienta 821 obbiettivi militari di Kiev e i partigiani del Donbass inseguono le milizie naziste in fuga

Foto repertorio pravda courtesy

Stamane abbiamo notizie frammentarie, poiché il sito del Ministero della difesa russo è stato bloccato dai governi occidentali. Fortunatamente, finche reggono, i siti delle testate russe e le reti social, ad esclusione del russo VK, continuiamo a ricevere notizie dai nostri contatti abituali. La notizia principale riguarda la distruzione di 821 infrastrutture militari di Kiev da parte dell’Armata Russa, a comunicarlo è Il maggiore generale Igor Konashenkov, rappresentante ufficiale del Ministero della Difesa russo: “Tra questi: 14 aeroporti militari, 19 posti di comando e centri di comunicazione, 24 sistemi missilistici antiaerei S-300 e Osa, 48 stazioni radar. Abbattuti: 7 aerei da combattimento, 7 elicotteri, 9 veicoli aerei senza pilota, 87 carri armati e altri veicoli corazzati da combattimento, 28 lanciarazzi multipli, 118 unità di veicoli militari speciali delle forze armate [di Kiev]”.

Konashenkov ha precisato che l’esercito russo ha usato armi di alta precisione per limitare i danni collaterali ai quali ci hanno abituato USA e NATO: “Durante la notte, le forze armate della Federazione Russa hanno lanciato un attacco con armi di precisione a lungo raggio utilizzando missili cruise aerei e marittimi contro le infrastrutture militari”, precisando che l’attacco ha colpito solo obiettivi militari delle forze armate ucraine, cercando di escludere o limitare al massimo i danni alle infrastrutture civili. Considerati i massacri compiuti da USA e NATO in mezzo mondo, è segno che le preghiere di Orizzonti Geopolitici perché l’inerme popolazione sia risparmiata, sono state ascoltate. Un’altra notizia di oggi, sabato 26 febbraio è che la resistenza delle martoriate Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk è uscita dalla sua area e sta penetrando in profondità nel territorio ucraino.

Foto repertorio businessinsider courtesy

A motivare i partigiani del Donbass vi è la memoria dei 15.000 ucraini di etnia russa uccisi nel Donbass da Kiev dal 2014 a oggi. Essi hanno inoltre la consapevolezza dei 90.000 sfollati ucraini di etnia russa, tra cui 33.000 bambini, rifugiatisi nei centri profughi di Rostov in Russia. Su di essi il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov ha dichiarato: “Per ora i partigiani della Repubblica popolare di Luhansk sono avanzati per una profondità di 30 km e hanno preso gli insediamenti di Bakhmutovka e Grechishkino. A loro volta, le formazioni partigiane della Repubblica popolare di Donetsk, sono avanzate di 6 km in direzione di Novomaiskoye. Davanti alla loro avanzata, i battaglioni nazisti in rotta fanno saltare in aria le sottostazioni elettriche e i ponti sui fiumi dietro di loro”.

Altre notizie giungono dalla marina russa che ha distrutto otto navi militari di Kiev nel Mar d’Azov, mentre sull’isola di Zmeiny un gruppo di soldati ucraini si è arreso ai russi ed è stato trasferito a Sebastopoli. Infine, la Missione speciale di monitoraggio in Ucraina – JCCC ha segnalato più di 570 attacchi delle forze armate di Kiev sul territorio della Repubblica popolare di Donetsk negli ultimi 10 giorni

Una vignetta me la perdonerete

Le sanzioni

Gli Stati Uniti, seguiti a ruota dai loro stati vassalli, hanno deciso di imporre sanzioni anche personali contro il presidente russo Vladimir Putin, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, il Ministro della Difesa Sergej Šojgu, il capo di stato maggiore delle forze armate Valery Gerasimov e altri. Tale decisione, che non è stata nemmeno sottoposta all’ONU, ha determinato come prima reazione la sospensione dei lanci Soyuz da Roskosmos per le nazioni che si appoggiano a tale struttura nella loro corsa allo spazio, soprattutto le nazioni dell’UE. Tuttavia, almeno per il momento, non è stato bloccato il transito del gas diretto in Europa occidentale attraverso l’Ucraina.

Col. Luciano Bonazzi