Oro Blu: Conflitto per l’acqua tra Tagikistan e Kirghizistan

Ormai da giorni sale la tensione tra i due paesi un tempo parte dell’Unione Sovietica, foto kommersant

Se fino a pochi decenni fa esisteva un’immensa nazione multietnica e senza frontiere, dopo il crollo dell’URSS sono sorte tante piccole patrie che oggi si scoprono etnicamente diverse. Questa nuova consapevolezza coinvolge anche la gestione di risorse che un tempo erano condivise fraternamente. Secondo le autorità tagike e kirghise, lo scontro armato è iniziato presso il centro di distribuzione dell’acqua di Golovnoy. Il conflitto contrappone i residenti della provincia tagika di Isfar a quelli della provincia kirghisa di Batkent. Dietro le violenze vi è una disputa sull’oro blu, ovvero per stabilire la sovranità sull’impianto idrico di Golovnoy: nelle prime fasi si sono registrati un morto e 17 feriti.

Il rapporto diffuso dall’ufficio stampa delle truppe di confine del Tagikistan recita: “Il 28 aprile di quest’anno alle 16:00, nel punto di distribuzione dell’acqua di Golovnoy situato nel corso superiore del Fiume Isfara, vicino al villaggio di Khojai Alo [presso] la città di Isfara, cittadini della Repubblica del Kirghizistan guidati dal presidente della provincia di Batken Orazov Akylbek, [dettero il via a] un conflitto tra i residenti delle regioni di confine della Repubblica del Tagikistan e [quelli] della Repubblica del Kirghizistan”. Secondo le guardie di frontiera tagike, “a seguito degli incidenti, 7 cittadini del Tagikistan sono rimasti feriti dal lancio di pietre o hanno subito lesioni personali di varia gravità”.

L’area dell’impianto, foto live.kg

La parte kirghisa riferisce che in seguito agli incidenti, due cittadini del Kirghizistan feriti sono stati ricoverati in ospedale. L’ufficio stampa tagiko non indica la causa esatta del conflitto, mentre il rapporto del servizio di frontiera kirghiso dichiara che il conflitto è dovuto all’installazione da parte dei tagiki di un sistema di videosorveglianza. Con l’installazione delle telecamere di sorveglianza, la parte tagica vorrebbe controllare il processo di distribuzione dell’acqua, che in base agli accordi pregressi dovrebbe essere distribuita equamente. Secondo i tagiki, i kirghisi che avevano già installato loro telecamere di videosorveglianza, non vorrebbero concedere la stessa possibilità di controllo ai tagiki. Stando all’accusa lanciata dal Tagikistan, la struttura si trova lontano dai più vicini insediamenti del Kirghizistan: ” …tuttavia le autorità kirghise stanno mobilitando in modo speciale i loro cittadini da insediamenti remoti e li incitano al conflitto interetnico.

Stando alle mappe fissate tra il 1924 e il 1927, questa struttura idrica che si trova nel territorio della Repubblica del Tagikistan, dopo esser stata potenziata nel 1968, venne destinata all’irrigazione delle aziende agricole di Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan. Questi accordi pregressi furono confermati nel 1989 dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Col passare dei decenni, il servizio di frontiera del Kirghizistan ha accusato più volte il Tagikistan di portare avanti una campagna di criminalizzazione dei cittadini del Kirghizistan, allo scopo di scatenare un conflitto etnico basato su false notizie: “distorcono completamente lo stato di ciò che accade realmente sul confine di stato tra Kirghizistan e Tagikistan”.


Bandiere dei paesi membri della CSTO, davanti a tutte quella ufficiale dell’organizzazione foto avim.org

 

L’escalation delle violenze è continuata fino al pomeriggio del 29 aprile, quando in seguito all’intervento del Presidente Russo Vladimir Putin, i governi di Kirghizistan e Tagikistan hanno concordato il cessate il fuoco e il ritiro degli eserciti dal confine. Il cessate il fuoco ha avuto inizio alle ore 20:00. L’intervento pacificatore russo è dovuto al fatto che entrambi i paesi sono membri dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (CSTO), una sorta di NATO dei paesi un tempo parte dell’URSS. La lunghezza del confine che separa Kirghizistan e Tagikistan è di 971 chilometri, di cui solo 504 chilometri sono ad oggi chiaramente delimitati. In alcuni luoghi il confine passa in mezzo agli insediamenti e talvolta attraversa le case, si tratta di un problema irrisolto, nonostante siano passati quasi 30 anni.

Breaking news: Mentre chiudevamo l’articolo, è giunta la notizia che alle ore 11:34 di oggi 30 aprile 2021 c’è stata un’altra sparatoria al confine tra Kirghizistan e Tagikistan: Il cessate il fuoco non ha retto!

Luciano Bonazzi

Fonti varie, alcune inserite nel testo tramite link esterni.