Senza vergogna: Hillary Clinton definisce Tulsi Gabbard candidata manciuriana della Russia

Tulsi Gabbard, appartenente alla sinistra del Partito Democratico USA, è membro dal 2013 della Camera dei rappresentanti, uno dei due rami del Congresso. La Gabbard, oltre che parlamentare è anche maggiore dell’esercito, veterana della guerra in Iraq ed è in corsa per le elezioni presidenziali del 2020. Le sue posizioni politiche sono decisamente socialiste, vorrebbe portare i salari minimi a 15 dollari l’ora, dal 2012 è favorevole alle unioni omosessuali e all’aborto dopo una profonda riflessione personale, poiché essendo induista avrebbe orientamenti “tradizionalisti”.

Sostiene il diritto all’assistenza sanitaria gratuita, vorrebbe negoziare con le società farmaceutiche l’abbattimento del costo dei medicinali e concedere il diritto all’istruzione universitaria gratuita a tutti gli studenti con famiglie a basso reddito. Nel suo programma indica che ricaverebbe le coperture necessarie tassando le grandi transazioni finanziarie. In politica estera la Gabbard è critica riguardo alle guerre in Iraq, Siria e Libia. Nel 2017 venne inviata dal Congresso in missione a Damasco, per “accertare i fatti” e al termine dell’inchiesta non trovò violazioni da parte del presidente siriano Bashar al-Assad. Da allora è contraria alla guerra in Siria e ancor più al recente ritiro degli Stati Uniti dal Trattato INF sulle forze nucleari a medio raggio.

Con un programma elettorale del genere, potevamo attenderci che il presidente Donald Trump le si scagliasse contro come un pitt-bull, invece l’attacco è venuto dall’interno del Partito Democratico, precisamente dall’ex candidata presidenziale democratica Hillary Clinton, famigerata ex Segretaria di Stato degli Stati Uniti. La Clinton, parlando dal quartier generale della campagna presidenziale democratica del 2020, ha affermato: “hanno messo gli occhi su qualcuno che è attualmente nelle primarie democratiche e la stanno preparando per essere il candidato favorito dei russi”, in pratica ha definito la Gabbard una Candidata Manciuriana.

Con questa definizione la Clinton alludeva a una persona mentalmente controllata attraverso condizionamenti psichici, che risponde agli ordini che le vengono impartiti da un controllore, un’accusa che rientra nell’ambito complottista. Nelle sue farneticazioni, la Clinton ha poi incolpato Bernie Sanders, i media, Vladimir Putin e i maschilisti per la sua sconfitta contro Donald Trump nel 2016. Nei fatti, Hillary Clinton, sfruttando la sua influenza dentro il Partito Democratico, sta suggestionando gli elettori, suggerendo che la Gabbard e l’ex candidata presidenziale nel 2016 dei verdi americani Jill Stein, siano “Russian asset”, cioè risorse della Russia.

Tulsi Gabbard ha reagito immediatamente sulla CNN e il New York Times, rivendicando il suo ruolo di veterana della guerra in Iraq e minacciando di boicottare il prossimo dibattito democratico. Da parte loro, diversi giornalisti e sostenitori hanno espresso incredulità per le ultime affermazioni della Clinton, suggerendo alla Gabbard di farle causa.

Gli Stati Uniti, dal 2016 sono in profonda evoluzione politica. Il popolo è evidentemente stanco di due partiti perfettamente sovrapponibili e indifferenziati. I loro rappresentanti, da decenni, sono in realtà attori che recitano un copione scritto dal Deep State USA. Se in campo avverso, il cambiamento è incarnato da Donald Trump, che sta trasformando il Partito Repubblicano in una forza populista-popolare conservatrice. In quello democratico è necessario superare la logica dei personaggi di pseudo-sinistra alla Obama o Clinton, imboccando un percorso social-popolare, l’unico modo col quale si potrebbe sperare, e a fatica, di battere Donald Trump.

Riguardo a Hillary Clinton, finora grazie ai suoi potenti protettori l’ha fatta franca. Troppe sono le inchieste che la coinvolgono e che attualmente sono state “congelate”. Dall’eccidio di bambini in Pakistan, alla strage di Bengasi, alle email compromettenti, ai testimoni scomodi che repentinamente si suicidano in carcere. Si dovrebbero inoltre approfondire i suoi legami con Al-Qaeda in Siria, indagare sui finanziamenti alla sua fondazione nel periodo in cui era Segretaria di Stato e coincidenti con vendite di armi: tutti questi sono casi da riaprire assolutamente.

Luciano Bonazzi

Fonti: globalsecurity.org oltre ai vari link esterni inseriti nel testo. Vedi anche l’articolo del 12 marzo 2017: Il membro del Congresso signora Tulsi Gabbard: “ho le prove, Obama finanziava ISIS e Al-Qaeda”