Snowden: Il governo USA “avrebbe potuto prevenire l’11 settembre” – VIDEO

Ricordate Edward Snowden? L’ex tecnico della CIA e collaboratore della NSA (National Security Agency), noto per le sua rivelazioni sui programmi top-secret di sorveglianza globale? Durante la sua attività spionistica, terminata nel 2013, Snowden scoprì che il governo USA sorvegliava illegalmente i cittadini statunitensi, europei e di altri paesi. Scoperto quell’abuso, decise di collaborare coi giornalisti Glenn Greenwald, Laura Poitras, e Ewen MacAskill, consegnando loro documenti classificati riguardanti i sistemi d’intercettazione e sorveglianza delle comunicazioni telefoniche e Internet. Dopo la pubblicazione di articoli basati su quel materiale da parte di Guardian, Washington Post, Der Spiegel e New York Times, sentendo sul collo il fiato della CIA, Snowden fuggì.

Il 20 maggio 2013, abbandonò la sede NSA alle Hawaii raggiungendo Hong Kong, mentre il suo nome balzava all’attenzione internazionale. Nel giugno 2013, il Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti d’America accusò Snowden di violazione dell’Espionage Act del 1917, furto di proprietà del governo e gli revocò il passaporto in contumacia. Rocambolescamente Snowden partì per Mosca, dove le autorità lo fermarono a causa del passaporto invalidato, confinandolo nel terminal del Šeremet’evo airoport. Dopo un mese la Federazione Russa lo fece liberare e gli concesse il diritto di asilo temporaneo rinnovabile.

Dal 2013 Edward Snowden è rifugiato in Russia, dove si è sposato ed è divenuto scrittore e giornalista. Se all’epoca dei fatti, la vicenda dello spionaggio di cittadini europei da parte degli USA fece clamore, oggi nel vecchio continente viviamo la violazione della nostra privacy come un aspetto normale della nostra vita e non c’è nessun politico che cerchi di contrastare questo abuso.

Recentemente Edward Snowden ha pubblicato l’instant bestseller intitolato Permanent Record, che appena uscito è stato attaccato dal governo USA. Nel suo libro, l’ex agente dichiara che gli attentati dell’11 settembre 2001 hanno portato lo stato a far vivere i cittadini in emergenza permanente, sotto un costante monitoraggio personale, a tutto vantaggio del Deep State USA.

Nel corso degli anni, massicce quantità di denaro pubblico sono affluite nelle tasche di appaltatori della difesa e politici guerrafondai. In base a questa evidenza, Snowden denuncia il fatto che nei tre rami del governo degli Stati Uniti sono presenti funzionari corrotti, che lungi dal sorvegliare l’operato delle agenzie appaltatrici della difesa, nascondono la verità al popolo americano. Riguardo poi agli attentati dell’11 settembre, avvenuti mentre Snowden era un agente attivo, egli ricorda che in quei giorni si trovava a Fort Meade, dove la base militare ospitava agenti dell’ntelligence.

La novità portata alla ribalta dell’ex agente, riguarda la sospensione delle attività spionistiche di tutte le agenzie d’intelligence, prima degli eventi terroristici. Nel libro, Snowden s’interroga sul perché la rete spionistica statunitense venne tagliata fuori proprio alla vigilia di quel momento critico. Normalmente l’establisment statunitense relega le varie congetture sugli attentati fatte in questi anni all’ambito delle  teorie della cospirazione. Eppure Snowden non ha intenzione di farsi coinvolgere in teorie cospirazioniste, ma si chiede perché i direttori delle agenzie abbiano sospeso temporaneamente gli agenti in servizio.

Ed è proprio l’analisi dei fatti di quei giorni a portarlo a convincimento che se gli agenti fossero stati in ascolto, gli attacchi avrebbero potuto essere prevenuti. La sospensione del servizio, il far si che le agenzie d’intelligence non potessero condividere le informazioni lavorando in rete, getta una luce nuova sulla vicenda. Se poi consideriamo ciò che è seguito all’11 settembre, dal Patriot Act, al quasi ventennio di guerre, alla sorveglianza globale dei cittadini, i sospetti di Snowden sembrano tutt’altro che illazioni.

Luciano Bonazzi

 

Fonte: zerohedge.com e i link estrni presenti nel testo

Oggi Edward Snowden lavora come scrittore e giornalista. Dal 2016 è presidente della Freedom of the Press Foundation con sede a San Francisco, organizzazione che protegge i giornalisti dall’hacking e dalla sorveglianza del governo: di seguito la lunga intervista integrale.