Si tratta di una virata economica importante, che taglierà fuori il dollaro dagli scambi, però, l’abbandono totale della valuta americana, avrà come effetto un ulteriore indebolimento del dollaro USA nei mercati internazionali. Come abbiamo documentato nell’articolo sul Caso Khashoggi del 14 ottobre 2018, il presidente statunitense Donald Trump, ha ereditato da Barack Hussein Obama e predecessori, un debito di oltre 21 trilioni [cioè 21 miliardi di miliardi di dollari!]. Nei fatti, il denaro e i titoli del Tesoro stampati dagli Stati Uniti non sono coperti da un controvalore, quindi chi li maneggia, di fatto ha in mano carta straccia.

L’annuncio sulla scelta venezuelana, è stato fatto da Tareck El Aissami, vice presidente dell’economia del paese. Questa misura è simile a quella adottata da Saddam Hussein, poco prima dell’invasione dell’Iraq ( “L’iraq nel novembre del 2002 trasferisce in Euro tutte le sue riserve internazionali…” ).  Oggi, un’analoga decisione giunge nel momento che vede un peggioramento delle relazioni estere tra Stati Uniti e UE. Ma ciò che cambia rispetto alla situazione irachena, sono gli odierni legami militari sino-russo-venezuelani, che si sono considerevolmente rafforzati. Ciò che gli analisti ipotizzano, è la firma di un accordo di mutua difesa tra stati nel breve termine. Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Trump, sta ripetutamente minacciando la possibilità di un’invasione militare del Venezuela.Voir l'image sur Twitter
Le sanzioni scellerate introdotte da Washington contro Caracas, di fatto “bloccano la capacità di continuare a commerciare con il dollaro USA sul mercato dei cambi venezuelana”, lo ha dichiarato Tareck El Aissami, aggiungendo che le restrizioni degli Stati Uniti sono “illegali e contrarie al diritto internazionale”. L’embargo USA contro il Venezuela, colpisce tutti i settori, pubblico e privato, compresi i settori farmaceutico e agricolo, aberrazione che mostra “fino a che punto l’imperialismo può andare nella sua follia”.

Il sistema di cambio del paese, oltre che in euro, opererà in rubli e yuan cinesi, e tutte le banche pubbliche e private del Venezuela saranno obbligate a utilizzare queste valute negli scambi. Il governo venderà 2 miliardi di euro tra novembre e dicembre per consentire a cittadini e imprese, di acquistare la moneta europea a tasso reale e non speculativo.
Washington non nasconde il suo desiderio di rovesciare il presidente socialista del Venezuela, Nicolas Maduro. La pressione degli Stati Uniti ha creato la grave crisi economica e sociale che ha colpito il Venezuela, generando iperinflazione, svalutazione del Bolívar soberano e carenza di beni di prima necessità. La drammatica situazione ha costretto più di 2,3 milioni di persone a lasciare il paese in cerca d’una vita migliore nei paesi confinanti.