Crepe tra UE e USA per i rapporti con la Cina

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Dopo che gli Stati Uniti hanno imposto all’UE, con modalità terroristico-mafiose, di non acquistare il convenientissimo gas e di chiudere l’import-export con la Russia, i paesi UE si sono visti costretti a cercare alternative per sopravvivere. Questo giustifica le missioni in Africa e Asia, dove i nostri politici, cercano energia più economica del carissimo GNL made in USA. Va da sé che, come da diktat mafioso, alla fine saremo costretti a comprare il gas americano, cercando di salvare il nostro semi-continente europeo dal fallimento economico. Di recente, i principali leader dei paesi dell’Unione Europea si sono recati a Pechino per incontrare il presidente Xi Jinping. Tra questi, vi era il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la sempre bistrattata presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

In Cina il presidente Macron guidava una delegazione di industriali francesi e il cancelliere tedesco Scholz aveva portato una sua rappresentanza economica. Ovviamente, la baronessa von der Leyen, rappresentante di paesi “minori” come l’Italia, ricevette da Xi Jinping scarsa attenzione, poiché l’UE non è uno stato ma un’organizzazione irrilevante a livello internazionale. Così, in preda a evidente frustrazione, la baronessa si sfogò parlando di diritti umani e criticando il sistema sociale cinese, dimostrando una scarsa preparazione diplomatica. La baronessa riuscì così a creare nocumento a quei paesi “minori” che avrebbe dovuto rappresentare. Al contrario, il presidente Xi Jinping ha trattato il presidente Emmanuel Macron con tutti gli onori accordati a un capo di stato, poiché la Francia è l’unico paese dell’Unione Europea a possedere un minimo di autonomia rispetto a Washington.

Cina e Brics

Mentre noi, paesi satelliti degli Stati Uniti ci avviciniamo sempre più al baratro, i paesi Brics proseguono inarrestabilmente a de-dollarizzare. I Brics e alleati, oggi globalmente maggioritari, incarnano la realizzazione di un mondo multipolare, relegando in uno spicchio del pianeta gli Oligarchi Occidentali. Questi ultimi, auto-elevatisi a divinità, continueranno sempre più tiranneggiarci, imponendoci continue emergenze economiche, ecologiche e pandemiche, cementando così la loro diabolica visione transumana. Nel campo dei Brics, il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, visitando la Cina, ha ulteriormente rafforzato le relazioni bilaterali. Lula accompagnava una delegazione economica, parlando da pari al presidente Xi Jinping, bypassando così Washington. Lo stesso stanno facendo i Paesi Arabi, Asiatici, vari paesi africani e dell’America Latina, usando negli scambi le loro valute nazionali, svincolandosi da dollaro e euro.

Addirittura la Turchia, membro della NATO, la Serbia e si mormora anche Ungheria e Messico si stanno allontanando dal decadente blocco occidentale, in cerca di auto-determinazione. Del resto i Brics non mettono in discussione le differenze sistemiche, politiche e sociali e non vogliono imporre al mondo una pseudo-democrazia come fanno gli USA, esportandola a suon di bombe. Inevitabilmente questo progetto irriterà gli USA, che non tollereranno a lungo una Unione Europea che corteggia la Cina. Per questo, Washington potrebbe far scattare ritorsioni terroristiche e destabilizzanti, sia contro la popolazione dell’UE che in America Latina, considerata da essi il giardino di casa.

L’Alleanza tra Mosca e Pechino

A causa dell’Operazione Speciale russa in Ucraina, creata a tavolino dall’Occidente a partire dal Golpe Nazista di Euromaidan, gli Stati Uniti hanno sanzionato la Russia e con l’Unione Europea si sono appropriati dei beni di proprietà russa. Questa situazione ha portato il presidente Vladimir Putin ad appoggiarsi sempre più al suo alleato, il presidente Xi Jinping. In Cina, Xi Jinping ha un grande potere e incarna il carisma di Mao Zedong (1893-1976), è un leader che ha saputo coniugare il marxismo con la prosperità. Per il Partito Comunista Cinese l’aumento della ricchezza sociale è stato decisivo per non finire come il comunismo sovietico e la strada utilizzata è simile a quella “via di mezzo” teorizzata dall’economista inglese barone John Maynard Keynes. La ricchezza creata in Cina sotto la guida di Xi Jinping, ha però scatenato l’invidia e bramosia statunitense, che hanno cominciato lanciare provocazioni.

Lo fanno sostenendo di non essere scontato, che le navi commerciali della Nuova Via della Seta passino dal Mar Cinese Meridionale. Un’altra provocazione riguarda l’ingerenza di Washington rispetto alla riunificazione di Taiwan con la Repubblica Popolare, una priorità dichiarata della Cina. Le continue intromissioni USA in casa sua, hanno così spinto la Cina a modernizzare l’esercito e la marina per contrastare il bullismo americano. Con il loro atteggiamento arrogante, gli Stati Uniti oggi si trovano a fronteggiare nel Pacifico, una potenza navale simile alla loro. Per questo motivo l’Isola cinese di Taiwan, posta davanti alla costa della Cina e a migliaia di chilometri dagli USA, è diventata l’ossessione di Washington. In tale conflitto, gli Stati Uniti stanno trascinando la Corea del Sud e il povero Giappone, che da loro vittima penosa dall’aggressione nucleare, essi utilizzeranno come carne da macello contro la Cina.

La Pace e l’Unione Europea

Sulla deludente esperienza UE nutriamo scarse speranze, ma se Macron, l’unico leader europeo relativamente autonomo, decidesse che gli interessi di Bruxelles dovrebbero prevalere sulle mire imperialiste degli Stati Uniti, ci sarebbero speranze per la pace mondiale. Abbiamo visto che le politiche ostili verso la Russia sono catastrofiche solo per noi e che gli Stati Uniti si avvantaggiano economicamente dalla situazione impostaci. Mentre essi se ne stanno tranquilli oltreoceano, mettono a repentaglio la nostra sicurezza, trasformando l’Europa nel loro campo di battaglia. Poiché di Macron ci fidiamo poco, a questo punto in Europa occidentale occorrerebbe una nuova leadership, capace di trasformare la visione irrealistica e utopica dell’attuale Unione Europea, in una coalizione di stati sovrani europei, in grado di imporre agli Stati Uniti di tornarsene a casa loro, dopo 78 anni di occupazione coloniale dell’Europa Occidentale.

 

Col. Luciano Bonazzi

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