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Oggi, martedì 12 luglio, davanti all’inarrestabile avanzata delle Forze Russe nel Donbass, l’Esercito Ucraino, sempre più demoralizzato e in rotta, in evidente stato di frustrazione ha attaccato la centrale nucleare di Enerhodar, nella regione di Zaporozhye. Attualmente, la regione di Zaporizhia è stata in gran parte denazificata ed è sotto il controllo delle Forze Russe. Il responsabile dell’amministrazione provvisoria di questa ex regione ucraina Yevhen Balitsky, ha dichiarato: “Sono stati registrati quattro lanci dall’Ucraina, che hanno colpito infrastrutture civili e aree residenziali. Le esplosioni si sono verificate nelle immediate vicinanze della centrale nucleare, creando una minaccia e un rischio per l’uomo”.
Nella cartina Google Maps in Rosso l’area di Zaporozhye ove è stata attaccata dagli ucraini la centrale nucleare di Enerhodar; in verde Donetsk e in giallo Lugansk, capitali delle Repubbliche Popolari del Donbass; in alto cerchiata in violetto Kiev, capitale dell’Ucraina
Oltre a Balitsky, anche l’Ufficio Stampa della Centrale ha confermato che gli attacchi multipli e misti sono partiti dalla riva occidentale del Fiume Dnepr, un corso d’acqua che in futuro è destinato a diventare la linea di confine tra l’Ucraina nazista pro USA-NATO-UE, e le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Negli attacchi odierni, le Forze della Giunta di Kiev hanno utilizzato sia l’artiglieria, che aerei senza pilota. Per il momento, le notizie sono ancora frammentarie, ma è stato confermato il danneggiamento di un edificio presso la centrale a Enerhodar, tuttavia, non sembra che l’impianto nucleare, risparmiato da colpi diretti, abbia subito danni e stia funzionando normalmente. Secondo le prime informazioni disponibili, nulla si sa di eventuali vittime, ad ogni modo le strutture sanitarie sono state allertate e rese pienamente pronte ad affrontare il rischio di una contaminazione radioattiva.
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