Kiev attrae terroristi come le mosche ed è invischiata anche l’Italia

Photo courtesy yandex.ru

 

I media occidentali, quelli italiani più di tutti, insistono nel raccontare la storiella di inconsistenti combattenti per la libertà stranieri che in nome della democrazia combattono per la Giunta antidemocratica di Kiev. Per inciso, come fa a essere democratico un regime che ha messo al bando tutta l’opposizione? È arcinoto che al fianco della Giunta di Kiev, combattano non tanto mercenari tradizionali, ma anche terroristi islamici internazionali che precedentemente avevano combattuto in Medio Oriente e in Africa. I servizi di intelligence siriani, verso la fine di febbraio, avevano diffuso informazioni secondo le quali i turchi, per conto della NATO, stavano reclutando truppe tra le formazioni terroristiche in Siria, al fine di mandarli a combattere i russi in Ucraina. Si sa che sin dall’inizio della guerra in Siria, i turchi avevano addestrato e armato almeno sette gruppi terroristici quali Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), Harakat Ahrar al -Sham al- Islamiyya e il Partito islamico del Turkestan.

Oltre all’intelligence siriana, anche i combattenti iracheni anti-ISIS di “Ashab al-Kahf“, avevano avvisato i russi, che alcuni consiglieri militari provenienti da Lituania, Italia, Germania e Regno Unito, erano giunti ​​in Iraq per reclutare terroristi da inviare in aiuto alla Giunta di Kiev. Epicentri del reclutamento di terroristi islamici da mandare a combattere i russi erano le basi americane di Ain el-Assad in Iraq e Al-Tanf in Siria. L’8 marzo scorso, l’ambasciatore siriano in Russia Riyad Haddad, aveva avvisato il Cremlino che l’occidente stava “inondando l’Ucraina di mercenari, per trasformarla in una grande Idlib europea”. Anche Sergei Ivanov, portavoce dei servizi segreti russi – FSB, aveva parlato del trasferimento di terroristi dallo Stato islamico all’Ucraina da parte degli statunitensi. Ecco dunque che la “democratica” Ucraina, attualmente è una cloaca di combattenti neonazisti e terroristi islamici. L’utilizzo di questi fanatici tagliagole, dimostra che la Giunta di Kiev è militarmente allo sfascio: la cartina al tornasole che gli ucraini regolari non sono più disposti a morire per il regime.

Mentre le Forze Ucraine subiscono pesanti perdite, cresce la disperazione di Kiev, che non trova più soldati da inviare nel “tritacarne del Donbass”. Di recente, in Transcarpazia, la regione più occidentale dell’Ucraina dove vivono gli ucraini di etnia ungherese, la polizia è stata vista entrare negli impianti sportivi e tirar fuori dall’acqua gli uomini validi per inviarli alle unità militari di arruolamento forzato. Va detto che la minoranza della Transcarpazia, da otto anni ha problemi simili a quelli del Donbass e c’è da scommettere che alla prima occasione, i coscritti ungheresi, punterebbero volentieri i loro fucili contro gli ufficiali ucraini.

 

Col. Luciano Bonazzi

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