#GuerraUsaRussia Dietro all’attentato terroristico al giornalista russo Malofeev c’è Washington

Il 6 marzo scorso, nel quasi totale silenzio dei media occidentali, gli agenti dell’FSB russo (ex-KGB sovietico), hanno sventato l’ennesimo attentato contro un giornalista russo. L’obbiettivo dei terroristi di Kiev, che agivano su mandato degli angloamericani, era Konstantin Malofeev, uomo d’affari russo e presidente di Tsargrad, un importante canale televisivo russo. Volendo fare un parallelo, Malofeev potrebbe essere paragonato al nostro Urbano Cairo, patron del canale televisivo nazionale La7. Il giornalista e imprenditore televisivo Malofeev gode di una notevole influenza sia in Russia, che nei paesi dell’ex Blocco Sovietico ed è quindi d’intralcio per i piani dell’Occidente. Questi piani riguardano le cosiddette rivolte arcobaleno perpetrate dagli oligarchi angloamericani in vari paesi dell’Europa Orientale, tra i quali ultimamente Moldova e Georgia.

Inoltre, il giornalista Konstantin Malofeev potenzialmente potrebbe diventare uno dei futuri leader nella futura Russia post-putiniana. Fortunatamente Malofeev è riuscito a sfuggire agli attentatori, mentre nell’agosto scorso, la giornalista e filosofa Daria Dugina, figlia del celebre prof. Alexander Dugin, non poté sfuggire a una sicària. Dopo l’omicidio, questa agente nazista di Kiev su mandato occidentale, fuggì da Mosca per rifugiarsi in un paese dell’Unione Europea dove ora vive impunita. Riguardo agli attentati contro giornalisti e futuri leader, il prof. Dugin è convinto che gli Stati Uniti abbiano iniziato a perlustrare la Russia al suo interno e che i nazisti ucraini siano solo degli esecutori per conto dell’Occidente: ” …penso che Washington e Bruxelles non ci stiano necessariamente provocando. Stanno cercando di prevenire il futuro. – poiché – l’Occidente comprende già da ora che in Russia è inevitabile una svolta patriottica fondamentale e netta“.

Insomma, il prof. Alexander Dugin è convinto che gli Stati Uniti abbiano pianificato di eliminare i potenziali futuri leader della Russia, come dice l’adagio, ammazzali finché sono piccoli. Dal canto suo, la rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri sig.ra Maria Zakharova ha dichiarato: “La fallita uccisione di Konstantin Malofeev è un altro esempio della natura profondamente criminale del regime di Kiev, che non disdegna metodi terroristici per reprimere il dissenso”. Inoltre la diplomatica ha osservato che lo schema utilizzato per eliminare Malofeev è simile a quello utilizzato nell’agosto 2022 per assassinare Daria Dugina: “In precedenza, cioè nell’aprile 2022, è stato sventato un piano terroristico della Giunta di Kiev, per eliminare diversi giornalisti e personaggi dei media russi, [utilizzando] armi di precisione fornite dai paesi della NATO”.

Maria Zakharova ha poi sottolineato il ruolo del sito web ucraino Myrotvorets, creato dalle forze di sicurezza di Kiev, che “incita apertamente a commettere crimini violenti” contro persone sgradite alla Giunta di Kiev e con il tacito consenso dell’Occidente: “Oltre al coinvolgimento diretto delle autorità ucraine nella pianificazione e commissione dei suddetti e numerosi altri crimini, la deliberata inerzia delle strutture internazionali competenti per i diritti umani, la cui ostinata ignoranza sulle atrocità compiute dal regime di Zelensky, da ad esso ‘carta bianca’ per continuare in questa pratica“.

 

Col. Luciano Bonazzi

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