#Handimatica2020 Lo smart working per le persone con disabilità

Nel primo appuntamento di venerdì 27 novembre, nonostante qualche problema di audio, Asphi ha affrontato il tema del lavoro in epoca Covid19. La pandemia che ha rischiato di travolgere il mondo produttivo, ha inciso profondamente nella vita delle persone in generale, ma soprattutto su quelle dei componenti più fragili della nostra società. Molte persone disabili che non potevano più lavorare in presenza, in diverse aziende che si sono fatte cogliere impreparate, hanno avvertito un senso di inutilità. Fin dall’inizio dell’emergenza, le varie associazioni come Asphi, si sono impegnate per creare un percorso strategico e rispondere alle nuove esigenze createsi con la diffusione dello Smart Working.

In questo appuntamento webinar, i rappresentanti di Fondazione Asphi hanno descritto il proprio impegno nel promuovere percorsi di partecipazione e inclusione delle persone con disabilità, attraverso l’utilizzo di tecnologie, supporti e strumenti digitali. Il percorso che viene proposto, consiste in un approccio multidisciplinare sul tema dello Smart Working, tale da creare condizioni di pari opportunità e consentire l’esercizio del diritto al “lavoro agile” aperto a tutti. Al contempo, si devono affrontare temi fondamentali come l’accessibilità e della fruibilità di siti intranet aziendali, facendo gli adattamenti necessari a supportare questa modalità lavorativa.

Tra i relatori, era presente il Presidente di Virtual Coop dott. Maurizio Cocchi, che ha portato ad esperienza il modo in cui i lavoratoti disabili nella sua azienda hanno affrontato l’emergenza. La pandemia e il lockdown, non hanno trovato l’azienda impreparata, poiché Virtual coop era già improntata al lavoro da remoto, si è trattato solo di estenderlo ai lavoratori che hanno lavorato da casa invece che in presenza. Quindi il lavoro principale, cioè quello di inserimento dati, è proseguito da remoto, senza troppe difficoltà per l’azienda.

All’intervento di Cocchi è seguito quello dell’economista Maria Cecilia Guerra, che attualmente ricopre la carica di sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze. La prof. Guerra, con esperienze pregresse nei governi Monti e Letta, ha parlato delle difficoltà che devono affrontare i lavoratori, soprattutto quelli disabili, che a causa della pandemia, sono a rischio emarginazione, costretti a vivere come in un ghetto, all’interno delle loro abitazioni. Nel suo intervento ha comunque auspicato che i soggetti istituzionali individuino soluzioni innovative per i lavoratori disabili.

L’intervento di Mariagrazia Bonzagni, direttrice dell’Area Programmazione e Statistica e Coordinatrice del tavolo SmartBo al Comune di Bologna, era incentrato sul lavoro da casa. La Bonzagni ha parlato del senso di responsabilità che viene richiesto ai lavoratori in smart working. Infine ha portato quale esempio, la sinergia creatasi tra il settore pubblico e le aziende private che hanno aderito al Protocollo d’Intesa. Lavorando insieme, queste realtà miste, sono riuscite a individuare le soluzioni per affrontare il lavoro in smart working durante l’emergenza.

Da parte sua, Giampiero Dellisanti, disabile e dipendente di UNIPOL, ha raccontato le opportunità rappresentate dallo smart working, una modalità lavorativa che gli consenta di alternare il lavoro alla fisioterapia. Nel suo intervento, ha mostrato la piccola palestra installata a casa accanto alla postazione di lavoro, grazie alla quale riesce a lavorare, salvaguardando al contempo la sua salute.

Paolo Bandiera, Direttore degli Affari Generali dell’AISM e Responsabile gruppo di Lavoro FISH Emergenza COVID, ha descritto le difficoltà affrontate dai lavoratori portatori di sclerosi multipla. Ha parlato di alcuni conflitti legali sorti in questi mesi, per garantire il rispetto dei diritti, anche costituzionali, di questi lavoratori, e delle resistenze incontrate. Parlando dei ristori economici previsti dal governo, ha paventato il rischio che a fine emergenza, con il blocco dei licenziamenti, i primi posti di lavoro a rischio, saranno quelli dei disabili in lavoro agile. Dopo Bandiera sono intervenuti Cristina De Tullio e Tonino Daga lavoratoti disabili da remoto, dipendenti delle aziende IBM ed HERA.

L’intervento di Silvia Stefanovichy, responsabile disabilità della CISL nazionale, era incentrato sulla convenzione delle Nazioni Unite per l’inserimento di lavoratori disabili e il contrasto alle diseguaglianze, recepita dal governo italiano il 28 dicembre 2013. Dopo l’accoglimento della convenzione, l’Italia ha prodotto una serie di norme a tutela dei lavoratori disabili, indicando quali sono gli obblighi per le aziende. L’Architetto Lucia Brasini, libera professionista e Vicepresidente Nazionale FIADDA, ha invece narrato le difficoltà che incontrano i lavoratori sordomuti, nell’interagire con i colleghi indossando la mascherina, poiché a causa di questa non riescono a “leggere” le labbra dei propri interlocutori.

Ennio Paiella e Beatrice De Luca di Asphi, nella loro esposizione a due voci, si sono invece occupati di tecnologie applicate al lavoro agile. Premettendo che per ottenere uno smart working di qualità, è indispensabile una valida connessione per far funzionare i supporti digitali necessari. Ecco dunque che a causa di una scarsa copertura wifi, si può creare una barriera analoga a quelle architettoniche o di accesso ai mezzi di trasporto. Così come un ostacolo fisico emargina il disabile, allo stesso modo una pessima connessione o sistema informatico generano esclusione.

Il Disability Manager del Comune di Bologna Egidio Sosio, non-vedente, ha illustrato come lui riesce a gestire i rapporti interpersonali di lavoro in tempo di pandemia. dapprima ha dovuto mettere in atto dei cambiamenti aprendo potenziando la sua presenza nei diversi profili social e utilizzando le varie piattaforme audio-video. Tirando le somme sulla sua esperienza di questi mesi, si è reso conto che operando in questa modalità, è stato più produttivo che col lavoro in presenza. A seguire, Eleonora Faina direttore generale di Anitec Assinform, ha parlato della sua esperienza al sopracitato Tavolo di lavoro SmartBo, e sulla formazione ad aziende e dipendenti, riuscendo ad aiutarli a riorganizzare il metodo di lavoro e a preparadoli alla rivoluzione nel mondo del lavoro che ci attende d’ora in poi.

Stefano D’Ambrosio, dottorando del Dipartimento di Scienze Dell’Educazione all’Università di Bologna, ha presentato il suo lavoro dal titolo L’Europa è qui. Con questo video, D’Ambrosio ha vinto l’omonimo concorso indetto da Regione Emilia Romagna, a sostegno della creazione di eLISA, una web-app dedicata all’inclusione lavorativa. La direttrice Generale di Asstel – Assotelecomunicazioni Laura Di Raimondo, ha raccontato invece portato all’attenzione la sua esperienza di immunodepressa portatrice abituale di mascherina sanitaria. Nel suo caso, per così dire grazie alla pandemia, per la prima volta si è sentita inclusa stante l’obbligo nazionale a indossarla. La conclusione che ne ha tratto, è che la pandemia abbia abbattuto le differenze, così come le tecnologie delle telecomunicazioni, le cui aziende sono rappresentate dalla sua associazione di categoria.

Alla chiusura del seminario, è intervenuta Manuela Pioltelli, referente dell’area disabilità di Umana, agenzia di Lavoro operativa in tutta Italia con 1.000 dipendenti. Nel suo ruolo, ha rilevato che, se da un lato la pandemia ha generato disoccupazione, dall’altro ha aperto a nuove professionalità legate proprio allo smart working. Ciò consente ai lavoratori disabili e a quelli cosiddetti normodotati, di poter operare alla pari abbattendo le differenze.

Luciano Bonazzi