#KosovoIsSerbia La crisi tra Serbia e Kosovo sembra rientrata

Photo courtesy svoboda

 

Le prime agenzie uscite alle ore 00:15, di oggi 1 agosto 2022, facevano prevedere il peggio. Esattamente dopo la mezzanotte, il presidente Aleksandar Vučić era giunto allo Stato Maggiore delle Forze Armate della Repubblica di Serbia. Il portale d’informazione serbo Novosti riferiva: “Aleksandr Vučić, presidente della Serbia e comandante in capo del nostro esercito, è arrivato allo stato maggiore”. Il fatto che poche ore prima Vučić avesse definito “molto difficile” la situazione al confine amministrativo tra la Serbia e la provincia autonoma del Kosovo, faceva temere l’inizio di una nuova guerra. L’escalation è stata innescata dalla decisione delle autorità kosovare di imporre il divieto di ingresso alle auto con numeri e documenti serbi a partire da oggi 1 agosto.

La situazione nella regione resa autonoma dalla NATO, ma non riconosciuta unanimemente in tutta Europa e in gran parte del mondo, era particolarmente tesa. Uno dei motivi della contesa è anche di carattere religioso, in quanto il piccolo stato di fatto islamico, rappresenta storicamente il cuore sacro del cristianesimo serbo-ortodosso, e impedendo il transito ai serbi sarebbe stata una discriminazione religiosa. In ogni caso, la situazione si era complicata al punto che i “kosovari” delle comunità cristiane serbe, già da domenica avevano iniziato a bloccare le strade e costruire barricate. In seguito a questa ribellione generale, diversi punti di controllo al “confine” tra Serbia e Kosovo erano stati temporaneamente chiusi.

Nella mattinata di oggi, a un certo punto era circolata la notizia che caccia serbi si erano alzati in volo da Belgrado. Controllando con il servizio weather-radar-live, ovviamente non era visibile sull’area alcun aereo militare, in quanto sarebbe difficile tengano il transponder acceso, tuttavia per circa un’ora tra le 11 e le 12 del mattino il transito di aerei civili sul Kosovo era praticamente nullo. Questo dato potrebbe far pensare a una situazione di pericolo temporaneo, oppure potrebbe essere una semplice coincidenza: attenderemo di sapere da altri osservatori, se abbiano dati migliori.


Allarme rientrato?

Finalmente, oggi alle ore 17:03, il canale radiotelevisivo serbo RTS ha annunciato che la situazione tra Serbia e Kosovo e Metohija è attualmente relativamente calma. Permangono alcuni posti di blocco che ancora complicano la situazione e causando il blocco dei trasporti. Inoltre l’amministrazione locale del Kosovo ha iniziato a rilasciare pass speciali ai camion e agli autisti serbi. Tuttavia non passa inosservato il fatto che nella parte settentrionale del Kosovo stiano apparendo manifesti scritti in serbo che recitano: “Benvenuti dall’Associazione delle comunità serbe”. Quasi a ricordare all’occidente che non si può sottrarre un pezzo di Serbia per assegnarlo arbitrariamente a musulmani albanesi. Sembra che il messaggio in qualche modo sia passato, perché a parte le minacce USA-NATO di intervenire a sostegno dei kosovari, oggi stesso gli Stati Uniti hanno sollecitato l’amministrazione della provincia autonoma del Kosovo, a rinviare di un mese l’introduzione di misure proibitive nei confronti dei serbi.

Per ora, il presidente serbo Aleksandar Vučić ha ringraziato i serbi del Kosovo per il loro comportamento in questa difficile situazione e ha dichiarato: “Pristina preparava questa azione da molto tempo, ringrazio i serbi del Kosovo e Metohija per la loro moderazione e coraggio. Abbiamo davanti una lotta politica estremamente difficile. Per noi è estremamente importante che il dialogo continui, in modo da iniziare a risolvere i problemi in modo pacifico. Faremo di tutto per calmare la situazione. Nonostante le difficoltà, non ci arrenderemo, vincerà la Serbia!”.

 

Col. Luciano Bonazzi

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