#Lifeline: è arrivata a Malta la nave false flag

Finito il dramma dei presunti profughi, inizia quello del comandante scafista e del suo equipaggio.

La Valetta: la nave olandese o tedesca Lifeline, con comandante ed equipaggio presumibilmente tedesco è entrata in porto col suo triste carico, attorno alle ore 20 di ieri sera. La nave è rimasta in mare aperto per otto giorni, gli ultimi due dei quali a circa 25 miglia da Malta. Il via libera all’attracco è stato comunicato all’ambiguo comandante ieri pomeriggio, per non mettere in pericolo le vite umane presenti sulla carretta del mare, sovraccarica e inadeguata a sopportare il mare forza 5 e il vento che soffiava a 40 nodi.

L’imbarcazione è stata scortata da una nave della marina militare, che ha imposto al comandante di mantenere una velocità di 3 nodi, lo stesso che andare a passo d’uomo, stante il rischio che la bagnarola si ribaltasse. In pratica la Lifeline ha impiegato sei ore e mezza per raggiungere l’ormeggio al molo “Boilers Wharf” di Senglea. Gettata l’ancora, il capitano ha fatto issare la bandiera gialla dell’emergenza medica, cosa che ha sorpreso i militari maltesi, perché l’individuo non aveva avvisato che vi fossero malati a bordo.

Sul molo è giunto immediatamente il personale sanitario in tuta bianca, scortato da decine di poliziotti giunti su sei pullman, mentre le ambulanze erano pronte a trasferire eventuali passeggeri infetti. Ad accogliere il capitano e il suo equipaggio, un gruppo di cittadini maltesi giustamente arrabbiati, che esibiva uno striscione con sopra scritto: “Stop human trafficking”. Le operazioni sanitarie e il successivo trasferimento ai centri d’accoglienza dei 234 presunti naufraghi si sono concluse in un’ora circa.
In base agli accordi intercorsi con il premier maltese Joseph Muscat, i migranti saranno ripartiti tra otto paesi, Belgio, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Olanda e Portogallo. La Germania ha detto no, nonostante la responsabilità di questa vicenda ricada su una ONG tedesca. Al termine delle operazioni, il capitano Carl Peter Reisch ed i nove membri dell’equipaggio sono stati sottoposti a interrogatorio dalla polizia. Il comandante sarà fermato su ordine della magistratura maltese che ha aperto un’indagine sul suo conto, con l’accusa di disobbedienza agli ordini della Guardia Costiera italiana.

Sul fermo del comandante e il sequestro della nave, il portavoce della Ong tedesca, Axel Steier, ha dichiarato di non essere a conoscenza di alcun provvedimento. Intanto, tutti i membri dell’equipaggio hanno provveduto a nominare propri avvocati difensori. Ma il fatto che Alex Steier non dia spiegazioni sul dove sia registrata la Lifeline, che oltretutto è dotata unicamente di una licenza da diporto e non per salvataggi in mare, è quantomeno sospetto.

Va anche sottolineata la disonestà di questa e altre navi ONG, che entrano in acque territoriali libiche e s’imbattono per “coincidenza” in naufraghi. In questo come in altri casi utilizzano natanti inadeguati che sovraccaricano all’inverosimile. Invece di portare i presunti naufraghi nel primo porto sicuro si avventurano in mare aperto. Non accettano indicazioni dalle guardie costiere competenti e ritengono di poter approdare dove vogliono. Singolare anche il fatto che se viene loro negato l’approdo in un porto, utilizzino i social network per inviare offese dirette alle autorità istituzionali di quel paese.

È quindi urgente liberare il Mar Mediterraneo da questa gente, sostituendola con operazioni di ricerca e soccorso, utilizzando navi adeguate, personale esperto di sicurezza e sanità e gestite direttamente dall’Unione Europea.

Luciano Bonazzi
Fonte: ANSA