#MultipolarWorld L’Occidente insiste a guardare dall’alto in basso il Sud del Mondo


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Dal 19 al 21 maggio 2023, nella città di Hiroshima in Giappone, si è svolto il 49° vertice del G7, presieduto dal Premier giapponese Fumio Kishida. Il vertice si è svolto nella città martire di Hiroshima, simbolicamente designata Città della Pace perché fu il primo obiettivo militare nucleare nella storia dell’umanità. Il fatto singolare è che a Hiroshima le discussioni si concentravano principalmente sul conflitto in Ucraina. Ma ancor più singolare è che a puntare il dito contro la Russia, fossero i delegati degli Stati Uniti, cioè i rappresentanti della nazione canaglia responsabile del crimine di guerra che rese Hiroshima una città martire. Commentando la presa della città di Artemosk/Bakhmut nell’Ucraina orientale, i se-dicenti guardiani della democrazia, invece che parlare di trattative di pace, si sono impegnati a fornire aerei da combattimento alla Giunta di Kiev e a intensificare le inique sanzioni contro la Russia.

Quale ospite d’eccezione, gli imperialisti occidentali hanno invitato a partecipare ai lavori del G7, il prezzemolino Volodymyr Zelenskiy, capo della famigerata Giunta di Kiev. Ovviamente, i leader imperialisti dell’Occidente collettivo, oltre a impegnarsi a gettar benzina sul fuoco del conflitto ucraino, hanno discusso della sfida rappresentata dalla Cina. A parole hanno dichiarato che sarebbe opportuno distaccarsi da Pechino, senza però accordarsi sulle strategie da perseguire. Il primo ministro britannico Rishi Sunak ad esempio, ha definito la Cina: “la più grande sfida della nostra epoca”, vaticinando che Pechino diventerà “sempre più autoritaria in patria e all’estero”. Il più moderato cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha invece sostenuto la linea della continuità delle relazioni commerciali, cercando di ridurre la dipendenza dell’Unione Europea da Pechino.

L’approccio errato col Sud del mondo

Gli odierni se-dicenti 7 Grandi della Terra, hanno anche discusso sul come convincere il Sud del mondo a unirsi all’Occidente, mettersi contro la Russia e a contenere la Cina. Per ottenere la sottomissione del Sud del mondo, nella loro tipica arroganza imperialista, hanno pensato di puntare su pacchetti di “aiuti allo sviluppo”, cioè di prestiti capestro in cambio delle loro risorse. Hanno quindi cercato di coinvolgere il presidente brasiliano Lula da Silva e il primo ministro indiano Narendra Modi, ma i loro sforzi sono stati inutili. Infatti la maggioranza dei paesi del Sud del mondo non vuole più avere a che fare con le cosiddette nazioni “democratiche”, in molti casi eredi dirette dei loro ex padroni coloniali.

Nell’era della Guerra Fredda, a fronte della contrapposizione tra i sistemi Capitalista e Socialista, incarnati soprattutto da Stati Uniti e Unione Sovietica, emerse un movimento non allineato al quale aderirono anche nazioni socialiste come la ex Jugoslavia. Oggi i paesi Imperial-Capitalisti sperano nasca qualcosa di simile, ma ignorano che la vecchia contrapposizione tra sistemi economici non c’è più. Oggi l’unica differenza sta tra i paesi occidentali che hanno abbracciato il Turbo-Capitalismo selvaggio e qualli che hanno optato per un più mite ed equilibrato Keynesianesimo sovranista. Inoltre a fare la differenza è il fatto che oggi il Sud del mondo si è sviluppato e ha preso coscienza di sé. Grazie a questa consapevolezza, oggi i paesi del Sud hanno acquisito un’influenza politica, strategica e demografica, che in prospettiva crescerà ulteriormente.

A testimoniare questi cambiamenti, vi è il fatto che alla vigilia del Vertice G7, i rappresentanti della Difesa Sudafricana si trovavano in visita a Mosca e che il presidente Cyril Ramaphosa, abbia invitato il presidente russo Vladimir Putin al vertice dei BRICS di Durban. Inoltre il presidente Lula, non ha fatto mistero di volere legami più stretti con la Cina e come il collega sudafricano si è offerto di fare da mediatore per la pace tra Russia e Ucraina. Tutti questi fatti dovrebbero far capire ai leader dei G7 che essi non sono più i paesi egemoni e che oggi è il Sud del Mondo a essere maggioritario. Tuttavia sembra che gli Imperialisti occidentali non vedano l’avanzare del mondo multipolare e continuino a sostenere loro modelli obsoleti e autoreferenziali: vivono distaccati dalla realtà.

Il Multipolarismo

Tornando al fatto che i governi di Brasile e Sud Africa si siano offerti di mediare in quello che è un Conflitto Europeo, indica la ritrovata fiducia in se stessi dei Paesi del Sud del Mondo. Mostra che qualsiasi aspettativa Imperial-Occidentale che i paesi BRICS cambino posizione sulla Russia e solo una pia illusione. Anche i progetti di aiuto proposti al G7, alle narici di questi paesi puzzano troppo di paternalismo. Se oggi l’Occidente vuole continuare a interfacciarsi con i Paesi del Sud del Mondo deve evitare atteggiamenti colonialisti e passare a un approccio egualitario. I suoi vecchi astuti sotterfugi, usati per soggiogare questi paesi, derubandoli delle loro risorse in cambio dei cosiddetti “aiuti allo sviluppo”, non funzionano più. L’Occidente, per fare un passo verso il Sud del Mondo, più che gli “aiuti allo sviluppo”, dovrebbe impegnarsi a modificare i nostri sistemi di protezionismo commerciale.

Potrebbe farlo, ad esempio, rimuovendo gli ostacoli all’importazione dei prodotti Africani e del Sud del Mondo, permettendone l’accesso al mercato dell’Unione europea. Ma l’Occidente continua a non capire, e come vediamo sui media, i singoli leader europei continuano a recarsi nel Sud del mondo, continuando a offrire “aiuti” in cambio di risorse, invece che trattare con essi tra pari. A questo punto diventa chiaro che, essendo impossibile per l’Occidente collettivo sostituire il suo arrogante approccio paternalistico, che saranno organizzazioni come i Brics a imporre un cambiamento nelle nostre realzioni con il Sud del Mondo. Grazie alla loro crescente influenza demografica ed economica, saranno Russia, Cina, Africa, Asia e America Latina, che nella loro inarrestabile avanzata, imporranno al Mondo un Nuovo Ordine Multipolare ed egualitario.

Raccolta Firme Referendum

Invitiamo nuovamente i lettori a partecipare alla raccolta firme contro l’invio di armi italiane in Ucraina. La raccolta si svolge ai banchetti dislocati in varie città, oppure presso gli URP dei comuni o quartieri. Ma anche online clicca QUI oppure QUI, con le credenziali SPID o firma elettronica o CIE. Bisogna tener presente che c’è tempo fino al 17 luglio 2023, quando le firme non potranno più essere raccolte, consigliamo tutti di organizzarsi per tempo.

Grazie, Col. Luciano Bonazzi

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