#GuerraUsaRussia La fuga di documenti USA e il bunker NATO in Ucraina

Una decina di giorni fa, circa a metà aprile, il mainstream e testate indipendenti come la nostra, dettero la notizia della “fuga” di documenti top secret dal Pentagono. In sintesi, riguardo alla situazione Ucraina, gli Usa si dichiaravano pessimisti e prevedevano che Mosca avrebbe preso tutto il Donbass entro il 2023. In seguito, alcuni commentatori occidentali iniziarono a parlare di una probabile sconfitta ucraina. In realtà, ciò che la fuga di documenti doveva coprire, riguardava la distruzione di un bunker della NATO presso Leopoli (in ucraino Lviv), il 9 marzo scorso. Il missile ipersonico impiegato nell’attacco era l’avanguardistico Kinzhal, in grado di colpire un bersaglio senza poter essere abbattuto dalle attuali difese aeree occidentali. Nell’attacco contro il bunker NATO situato a ben 120 metri di profondità, sono rimasti “evaporati” 160 militari dell’Alleanza Atlantica.

Secondo le dichiarazioni della Giunta di Kiev, ufficialmente il bunker apparteneva alla Difesa ucraina, ma Mosca sapeva che in esso operavano militari NATO. Dopo l’attacco, sia le autorità russe che quelle americane non hanno rilasciato commenti, ma probabilmente questo ha causato un cambiamento nella politica angloamericana. Gli unici commenti sull’evento, sono apparsi su alcuni canali Telegram ucraini e in qualche pubblicazione geopolitica indipendente. A quel che ci è dato sapere, l’attacco russo è stato la risposta a un attacco terroristico “ucraino” nella regione russa di Bryansk, avvenuto il 2 marzo. In quell’attentato restò ucciso un civile e un ragazzo venne ferito. L’azione della Giunta di Kiev si può definire terroristica, perché è stata realizzata da militari ucraini qualificatisi come ‘”Esercito di liberazione russo”. Attacchi come questi, in realtà non sono farina del sacco di Zelensky, ma vengono organizzati dai servizi segreti angloamericani.

Ricordiamo che ogni attacco terroristico in Russia, supera una di quelle “linee rosse” che minacciano la sua esistenza. Va da se che la Russia doveva reagire, e lo ha fatto attaccando il bunker NATO con il Kinzhal. Teoricamente, in base alla dottrina della NATO, questa poteva rispondere con un attacco nucleare alla Russia, ma ciò avrebbe implicato il riconoscimento ufficiale della sua presenza militare in Ucraina. Va detto che un attacco nucleare del genere, avrebbe rappresentato un attacco diretto dell’Unione Europea alla Russia, con tutte le conseguenze del caso. Tornando all’attacco al bunker NATO del 9 marzo, Washington ha dovuto affrontare un grande dilemma, ovvero se scatenare contro la Russia un’offensiva nucleare. Eventi successivi come la fuga di notizie dal Pentagono, dimostrano che Washington scelse di abbassare il livello del conflitto.

Pensiamo quindi che, basandoci sulla “strana” fuga di notizie del Pentagono e a come i vertici militari USA si siano dati da fare per calmare i falchi del Congresso, che gli Stati Uniti abbiano optato per un cambiamento della loro politica in Ucraina. Ciò sarebbe confermato dal fatto che i media americani e occidentali, hanno soffocato la notizia dell’attacco Kinzhal al bunker NATO del 9 marzo. Questo avviene perché, l’obiettivo degli angloamericani non è quello di annientare la Federazione Russa, ma di cambiarne i vertici per poi consentire agli Oligarchi occidentali di impossessarsi delle sue sterminate risorse.

Col. Luciano Bonazzi

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